Vincere e prendersi Torino. Spinta dalla folla di Parco Dora, Giorgia Meloni fissa gli obiettivi in vista delle elezioni comunali di ottobre.
La leader di Fratelli d’Italia, prima della presentazione del suo libro, ha lanciato la corsa a Paolo Damilano: “Siamo competitivi e l’obiettivo è alla portata. Paolo sta facendo un ottimo lavoro, la scelta di allargare la coalizione aggiungendo profili di competenza e aderenza con il tessuto produttivo della città sta pagando: direi che il centrodestra compete per vincere”.
FdI “uomo nero” dietro Damilano? Meloni risponde
Se questo possa avvenire già al primo turno o al ballottaggio, Meloni preferisce glissare: “Sono troppo scaramantica, ma competiamo per vincere”. Di certo, la leader di FdI lancia un messaggio alla sinistra che ha sempre additato il suo partito come “uomo nero” che si nasconde dietro la bella faccia del candidato civico: “Non rispondiamo proprio, quando la sinistra ti appiccica queste etichette è perché non sa rispondere nel merito. Il loro problema è che dipingendoci come l’uomo nero possono non sedersi con noi, non hanno argomenti. Ma la gente l’ha capito, noi rispondiamo facendo politica”.
La crisi dell’industria a Torino: parla la leader di FdI
Impossibile poi non concedersi una riflessione su Torino e sul futuro industriale di questa città, in una giornata che ha visto aggravarsi la crisi Embraco e sfumare la Gigafactory: “Credo che la città debba avere un futuro industriale, ma bisogna fare delle scelte che i governi continuano a non fare. La cosa più preziosa che abbiamo è il marchio, su cui siamo irraggiungibili. Avevamo proposto nel Pnrr di investire risorse per riconvertire produzioni mature, non più in grado di competere, in tutto quello che oggi compete come marchio”.
“Vicenda Embraco? Permettiamo all’Europa di fare muro su soluzioni che interessano ad altri, quando altre nazioni riescono a imporre i propri interessi e a difenderli. C’è incapacità di disegnare scelte di politica industriale e difendere il proprio tessuto produttivo” spiega Meloni.
“Gioco d’azzardo? Non è una priorità”
A tenere banco in Consiglio regionale, la legge sul gioco d’azzardo: “Abbiamo avuto sempre la stessa posizione: in un momento come questo in cui povertà e disperazione dilagano, il rischio che ci si rifugi nella ludopatia è alto. Non è una priorità”. “Poi un altro conto è la retroattività, le iniziative possono esserlo e si possono fare modifiche, ma non è prioritario investire sul gioco d’azzardo” ribadisce la politica di Fdi.
Meloni detta le priorità: “Sono le periferie”
Per vincere la partita, Meloni punta alle periferie: “Torino la vedo come una locomotiva, capace di proporre una politica adeguata e non di immobilismo diversa da quella dei 5 Stelle. Immagino una città con forte visione, con grande attenzione verso chi è stato abbandonato in questi anni: i cittadini delle periferie, che valgono tanto quanto uno che vive al centro”. “Su di loro è stato scaricato il peso dei problemi, perché essendo più distanti erano più facili da non vedere. Garantire sicurezza, combattere spaccio, sostenere lavoro e rifiutare cultura dell’assistenzialismo: cose non fatte in questi anni”.
Meloni: “Stop alle chiusure, lo Stato non può dirti se devi alzare o meno la saracinesca”
In ultimo, la riflessione di Meloni sulle chiusure in vista dell’autunno: “Mai più chiusure. Non possiamo farle più, lo Stato deve fornire protocolli perché non c’è più una condizione emergenziale ma di normalità. Non può dirti lo Stato se alzare o meno la saracinesca, non in democrazia”.