Quattro giovani stelle del panorama internazionale inaugurano la nuova stagione dell’Unione Musicale, mercoledì 6 ottobre 2021 (Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino - ore 20.30): la violinista coreana Hyeyoon Park, che a soli diciassette anni è stata la più giovane vincitrice del Concorso ARD di Monaco, Timothy Ridout, uno dei violisti più ricercati della sua generazione, recentemente insignito del Premio Sir Jeffrey Tate di Amburgo e del Borletti-Buitoni Trust Fellowship, il violoncellista Kian Soltaltani, pupillo di Daniel Barenboim e di Anne Sophie Mutter, già applaudito in recital dal pubblico dell’Unione Musicale nel febbraio 2020, e il geniale e pluripremiato pianista britannico Benjamin Grosvenor.
Solisti eccezionali e cameristi di gran classe, tutti poco meno che trentenni, questi artisti collaborano dal 2018 anche in altre formazioni: Hyeyoon Park e il pianista Grosvenor, per esempio, sono una coppia sia nella vita sia nella musica, riconosciuti come «un duo di livello mondiale» (“Süddeutsche Zeitung”) e apprezzati per «la capacità di amalgamare il tocco sorprendentemente reattivo e flessibile di Grosvenor con l’eleganza e l’espressività del lirismo di Park (“The Guardian”).
In quartetto questi artisti hanno esordito nella stagione 2019-2020 al Festival di Evian a La Grange au Lac e alla Queen Elizabeth Hall di Londra, dove hanno ottenuto un’eccezionale accoglienza di pubblico e critica: «Mettere insieme quattro dei migliori solisti al mondo non è sempre una ricetta per il trionfo, ma l’atmosfera collegiale all’interno di questo ensemble è stata un’ulteriore prova della loro intelligenza musicale». (“The arts desk”)
Il concerto di Torino rappresenta una tappa del loro primo tour europeo che in Italia prevede, oltre a Torino anche Trento, per proseguire con concerti in Spagna, Austria, Belgio e Olanda e concludersi alla Wigmore Hall di Londra. Interessante il programma pensato per questa tournée d’esordio, con tre capolavori della musica da camera: i giovanili Quartettsatz di Mahler e Quartetto op. 13 di Richard Strauss e il celebre Quartetto op. 47 di Schumann.
Inedito e incompiuto, il Quartettsatz nacque con tutta probabilità nel 1876, almeno se prestiamo fede a quanto annotato sul frontespizio del manoscritto. Pubblicato poi nel 1973 è il frutto di un Mahler sedicenne, studente di Conservatorio, alle prese con i primi tentativi di composizione e rivela sporadiche assonanze con Brahms e Schumann, che confermano l’assidua frequentazione mahleriana di questi compositori negli anni di apprendistato.
Il Quartetto in mi bemolle maggiore op. 47 è tra le opere più popolari di Schumann. L’ammirazione per la sua musica da camera era unanime anche all’epoca, tanta era la libertà e la sicurezza con cui il compositore trattava queste forme. Al punto che per tutto il Secondo Ottocento la sua musica, tutta fatta di aforismi e di lirismo, divenne il vero modello da seguire. Ma per Schumann il riferimento era ancora e soprattutto Beethoven. Non si può non notare il ruolo nuovo che Schumann affida al pianoforte, che funge da cassa di risonanza psicologica a quello che succede negli archi, commentando, riflettendo e facendo proprie le idee degli altri strumenti, pur senza sovrapporsi mai ad essi.
Il catalogo della musica da camera di Strauss (esclusi, ovviamente, i Lieder) è abbastanza esiguo e quasi tutte le pagine risalgono al periodo giovanile. Il Quartetto in do minore fu portato a termine il primo gennaio 1885, eseguito alla fine dello stesso anno e pubblicato nella primavera del 1886. Dedicato al duca di Meiningen, alla cui corte Strauss lavorò come Kapellmeister per qualche mese, fu probabilmente composto in vista del Concorso del Tonkunstlerverein di Berlino, che poi vinse. Tra i maestri ideali di questo Quartetto c'è sicuramente Brahms e, in secondo luogo, Schumann, un omaggio ai classici che però appaiono già “metabolizzati” vista l'originalità della concezione e la condotta del materiale musicale.