/ Attualità

Attualità | 08 ottobre 2021, 07:05

Ricerca dell’Università di Torino: Italia poco attrattiva per il turismo islamico

Secondo uno studio condotto dal team del Dipartimento di Management, nel nostro Paese mancano strutture e cultura dell’accoglienza. Messo a punto un decalogo per venire incontro ai visitatori

turisti arabi a torino

Ricerca dell’Università di Torino: Italia poco attrattiva per il turismo islamico

L’Italia non attrae i turisti Halal, ossia le famiglie musulmane che rispettano le regole dell'Islam, e nonostante un patrimonio artistico eccezionale, nel Belpaese mancano strutture adeguate e cultura dell’accoglienza. Sono alcune delle conclusioni dello studio condotto da un team di lavoro del Dipartimento di Management dell’Università di Torino, guidato da Paolo Biancone e Silvana Secinaro, che ha messo a confronto 120 imprese italiane del Food & Beverage, 60 con certificazione Halal e 60 senza.

Opportunità che non si sa cogliere

Secondo i ricercatori, il mercato del turismo islamico prima della pandemia valeva circa 220 miliardi di dollari, numeri destinati a raddoppiare con l’incremento demografico della popolazione musulmana e al suo crescente reddito. Se nel 2000 i viaggiatori islamici erano 25 milioni, nel 2020 sono saliti a 158 milioni e si prevede che nel 2026 il valore dei loro spostamenti toccherà quota 300 miliardi di dollari. Un’opportunità che l’Italia, con circa 58,3 milioni di turisti l’anno provenienti da tutto il mondo, sembra al momento non potere cogliere.

"Essere attrattivi per il turismo Halal"

Un Paese come il nostro, ricco di luoghi e monumenti che raccontano secoli di incontro e fusione fra la cultura occidentale e quella musulmana - spiega Biancone - dovrebbe essere tra le prime mete del turismo Halal, invece manca un approccio complessivo in grado di creare una estesa rete di accoglienza che tenga conto delle peculiarità di un turismo che ha sì esigenze particolari, ma che è di norma alto spendente e qualificato”. 

In effetti l’Italia non compare neppure fra le prime dieci destinazioni internazionali nel Global Muslim Travel Index, posizionandosi al di sotto di Germania e Francia, i Paesi europei che più si sono attivati per intercettare questo importante flusso di turisti, con le ricadute economiche positive che comporta. “Per l’Italia - aggiunge Biancone - l’accoglienza Halal è prima di tutto una sfida culturale e di comprensione delle sue grandi opportunità, soprattutto nel periodo di rilancio post-Covid".

"Connessione tra cibo, spiritualità e turismo"

"In questo scenario il cibo “certificato Halal” si pone come elemento chiave per l’attrazione di turisti big spender dei Paesi del Golfo, un’area in cui abbiamo rilevato che a livello mondiale il settore del Food & Beverage halal nel 2019 ha raggiunto un valore pari a 1,4 miliardi di dollari con continui tassi di crescita anno su anno”. E aggiunge ancora: “La connessione tra cibo, spiritualità e turismo è profonda e negli ultimi decenni ha creato un’ampia domanda di mercato per i prodotti Halal che per le aziende dei settori Food and Beverage sono divenuti stimolo di innovazione e crescita. Analizzando 120 imprese italiane del Food & Beverage, 60 con certificazione Halal e 60 senza, è emerso che la certificazione ha dato alle aziende un vantaggio decisivo aumentando la loro attenzione ambientale e sociale e stimolandole a una maggiore trasparenza sui propri dati economici”.

Un’offerta culinaria dedicata, quindi, può essere la chiave di svolta per rendere l’Italia più attraente. “Questo non significa offrire cibo etnico – spiegano dall’Università – non solo perché i Paesi di Provenienza dei turisti musulmani sono i più disparati e con tradizioni culinarie diverse, ma soprattutto perché il turista viene in Italia per vivere un’esperienza con il cibo italiano, rinomato nel mondo. Dunque, bisogna proporre una cucina italiana adeguata ai canoni islamici”.

Alle Ogr il Turin Islamic Economic Forum

Il turismo Halal sarà uno degli argomenti cruciali del Tief, il Turin Islamic Economic Forum, in programma alle Ogr di Torino (in presenza e online) dal 13 al 15 di ottobre. “Per l’occasione - concludono dal team - abbiamo messo a punto un decalogo che può essere d’aiuto per guidare il cambiamento, che include anche assenza di alcolici nei minibar, Corano nelle camere, indicazione delle sale preghiera più vicine, presenza di linee di cosmesi senza alcol o derivati, personale che parla arabo. Ma tutto ciò deve essere fatto in maniera sistemica, attivando reti ricettive che comprendano tour operator, hotel, ristoranti e anche le linee aeree che servono l’Italia”.

Marco Panzarella

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A MARZO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare 2024" su Spreaker.
Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium