Ricambio generazionale in Intesa Sanpaolo, che nelle scorse ore ha raggiunto l'accordo con le sigle sindacali di categoria per procedere - su un arco temporale che si esaurisce nel 2025 - a 2000 uscite volontarie e l'ingresso di 1100 nuovi assunti.
Un'entrata ogni due uscite
L'intesa firmata con i rappresentanti di FABI, FIRST CISL, FISAC/CGIL, UILCA e UNISIN prevede che, per chi sceglierà di abbandonare il posto di lavoro, sarà facilitato l’accesso al pensionamento o al Fondo di Solidarietà.
Le assunzioni, invece, saranno a tempo indeterminato nel rapporto di un’assunzione per ogni due uscite volontarie, oltre a 100 assunzioni a integrazione dell’accordo 29 settembre 2020. "Le assunzioni - si legge in una nota diffusa dal gruppo bancario - saranno destinate a sostenere la crescita del Gruppo e le nuove attività e si aggiungono a quelle già previste dall’accordo 29 settembre 2020, per un totale di 4.600 entro il dicembre 2025 a fronte delle 9.200 uscite che si concluderanno entro il primo trimestre 2025".
Opzione per chi è pensionabile entro la fine del 2028
L’accordo prevede in particolare che l’offerta riguardante le uscite volontarie venga rivolta a tutte le persone delle società italiane del Gruppo Intesa Sanpaolo, compresi i dirigenti. Chi può aderire, deve aver maturato i requisiti di pensionamento entro il 31 dicembre 2028, incluse le regole di calcolo cosiddette “Quota 100” e “Opzione donna”. Nel caso in cui le domande di pensionamento o accesso al Fondo di Solidarietà risultassero superiori al numero di 2.000, sarà redatta una graduatoria unica a livello di Gruppo per tutto il personale delle società italiane, sulla base della data di maturazione del diritto alla pensione e con un occhio di riguardo per le fasce più fragili.