La pandemia ha dimostrato l’importante della medicina territoriale e l’Anpi Nicola Grosa, insieme ad altre associazioni ha aderito all’appello promosso dalle “Donne per la difesa della società civile”, rivolgendosi alla Regione e alle altre istituzioni per chiedere che le attività già svolte nell’ex Ospedale Evangelico Valdese siano affiancate da tutte quelle individuate per l’opzione “Casa della Comunità hub”, che potrebbe diventare con il PNRR il fulcro delle prestazioni territoriali e sociosantarie.
Tra le attività che potrebbero essere aggiunte un nucleo di équipe multiprofessionali, una presenza medica h 24 e 7 giorni su 7, una presenza infermieristica giornaliera, 7 giorni su 7, un sistema integrato di prenotazione collegato al CUP aziendale, il Punto prelievi e il programmi di screening.
Il quartiere di San Salvario dispone anche di un’altra struttura, il Poliambulatorio di Via Silvio Pellico 28, ma l’ex Ospedale Evangelico Valdese tra l’altro è ristrutturato e riqualificato da poco. La sua collocazione lo rende nel quartiere San Salvario un “Luogo fisico di prossimità e di facile individuazione" facilmente raggiungibile con i mezzi pubblici (Metro, linee 8, 67, 9, 16, 4).
“Sarà certo necessario un ampliamento dell’organico - concludono dall’Anpi Nicola Grosa - del resto le criticità emerse con la pandemia hanno dimostrato che è comunque molto importante investire nel personale socio-sanitario. Crediamo che la scelta di restituire ai cittadini l’ex Ospedale Evangelico Valdese come Casa della Comunità sia un modo appropriato di utilizzare i Fondi Europei”.