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Attualità | 18 dicembre 2021, 19:00

SMaILE, quando per spiegare l'intelligenza artificiale ai ragazzi bastano un "sorriso", una app e un cane robot

Compagnia di San Paolo sostiene un progetto didattico di Politecnico, UniTo e Royal Holloway di Londra per insegnare la AI con le teorie del gioco, compresa una app per smartphone

progetto SMaILE

SMaILE, quando per spiegare l'intelligenza artificiale ai ragazzi bastano un "sorriso", una app e un cane robot

Visto che "da fuori" può sembrare argomento ostico, per entrare in confidenza con l'intelligenza artificiale può bastare un sorriso, fin da piccoli. Uno "Smaile", insomma, come il nome del progetto che Politecnico di Torino, Università e Royal Holloway di Londra hanno realizzato ottenendo il sostegno della Compagnia di San Paolo, attraverso il bando dedicato proprio all'intelligenza artificiale.

Smaile sta per "Simple methods of artificial intelligence learning and education". E vuole insegnare ai ragazzi più giovani l'uso dell'intelligenza artificiale attraverso modalità "abbordabili" come il gioco (ma non solo).

"Non si può immaginare una transizione sociale o ecologica senza la transizione digitale - spiega Francesco Profumo, presidente della Compagnia di San Paolo - e per questo un progetto di questo genere è prezioso per lo sviluppo di una di queste transizioni. Un progetto che interpreta appieno lo spirito del nostro bando, che guarda al futuro e dunque ai giovani".

LA TEORIA DEI GIOCHI NELLA VITA DI TUTTI I GIORNI

"I principi dell'intelligenza artificiale possono essere appresi non solo all'università, ma anche alle superiori o alle medie, ma vanno raccontate in maniera adeguata - spiega Giacomo Como, docente del Politecnico - A cominciare proprio da Game 4 AI, che punta a spiegare la teoria dei giochi con una nuova metodologia didattica, applicando ragionamenti logico-matematici anche su esempi della vita quotidiana".

Il progetto vuole avere un respiro nazionale e trova collaborazione anche in partner come Aiace, Convitto Umberto I, Quercetti e Giffoni Innovation hub. Tra le scuole coinvolte, anche alcuni istituti della provincia di Cuneo.

SI STUDIA CON LA APP SUL CELLULARE

Si chiama "Smaile app" l'applicazione che si propone di insegnare ai ragazzi l'intelligenza artificiale giocando sui propri smartphone. "Vogliamo ispirarli a utilizzare la AI per risolvere problemi quotidiani, anche quelli ancora senza risposta", dice la professoressa Sara Bernardini, della Royal Holloway University. Tanti i micro giochi presenti, ognuno con argomenti diversi, alcuni anche in collaborazione con altri giocatori. L'obiettivo sarà costruire una città pezzo dopo pezzo, soluzione dopo soluzione. "Non servirà solo per creare una mappa da un punto a un altro, ma anche come strumento di espressione artistica".

ALLENARE I TALENTI INNATI CON UN CANE ROBOT

Il terzo "tassello" del progetto coinvolge l'università di Torino e si chiama "EmpAI", che è pensato per i bambini dalla quinta elementare alla prima media, andando a valorizzare e sviluppare quelle capacità di comprensione che i piccoli hanno già nel loro bagaglio.

L'obiettivo finale sarà programmare un robottino a forma di cane, insegnandogli a seguire una linea, ad evitare gli ostacoli o a obbedire agli ordini vocali, magari riconoscendo i volti di chi gli parla, adulto o bambino. "La confidenza aiuta ad abbattere i muri e la diffidenza, spiegando che non c'è magia nella programmazione informatica e che non c'è differenza di genere, tra bambine e bambini".

"I piccoli hanno capacità cognitive innate che devono solo essere allenate - aggiunge Monica Bucciarelli, docente di Psicologia - spesso senza il bisogno di utilizzare i computer".

Massimiliano Sciullo

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