Lo sprint autunnale e i grandi eventi non sono bastati. Il settore alberghiero torinese chiude il 2021 con un pessimo -45% sul fronte presenze. Un crollo, zavorrato soprattutto dai primi sei mesi dell'anno: tra zone gialle, arancioni e rosse, infatti, la metà iniziale è stata addirittura peggiore del 2020. E facendo la somma dei fatturati dell'ultimo biennio non si arriva a pareggiare il risultato del 2019.
Un inizio da brividi, poi le riaperture e il "caso agosto"
La controprova arriva dai tassi di occupazione: a Torino e nella prima cintura il tasso di occupazione delle camere nei primi mesi non è andato oltre il 10% per tutto il periodo. E in montagna, la mancanza della stagione sciistica, ha determinato il crollo totale dei flussi.
Lo slancio è arrivato con l'accelerazione della campagna vaccinale e le progressive riaperture. I turisti hanno ricominciato a muoversi e l'estate - di solito avara di soddisfazioni per Torino - ha addirittura portato un mese di agosto fuori scala, con buoni flussi e il ritorno degli stranieri.
La spinta dei grandi eventi
La vera accelerazione, però, è arrivata con i grandi eventi autunnali: Salone del Libro, Nitto Atp Finals, Coppa Davis, Tff – tutti in presenza - hanno spinto le presenze al 60% a settembre (ma comunque -20% sul 2019), quindi 70% a ottobre e novembre (rispettivamente – 15% e – 10% rispetto agli stessi mesi del 2019). Una spinta che, però, non è bastata. E secondo Federalberghi Torino, facendo la somma dei fatturati del 2020 e del 2021 non si avvicina neanche al fatturato realizzato dal comparto nel 2019.
Gli effetti occupazionali
Nel 2020, inoltre, il settore turistico-ricettivo della Provincia di Torino ha perso il 23,8% dei dipendenti. "Un dato che per certi versi sorprende poiché la stragrande maggioranza del personale è assunto a tempo indeterminato e, per almeno la metà del totale, l’impiego è a full time - dicono dall'associazione albergatori -. Oltre al fatto che ci si trova in un regime di blocco dei licenziamenti e di cassa integrazione, rivelando quindi come una quota del personale sia volontariamente uscita dal comparto, optando probabilmente per altre professioni".
L'inverno fa lo slalom tra le incertezze
Qualcosa di buono porta con sé anche l'inverno, ma restano molte le incertezze a zavorrare l'ottimismo. La partenza della stagione sciistica nelle Valli Olimpiche è stata lenta, ma incoraggiante con buoni risultati soprattutto nei weekend. L’assenza di un ponte dell’Immacolata, caduta quest’anno di mercoledì, ha certamente frenato le prenotazioni. Le sensazioni e le previsioni per il Capodanno sono positive ma lontane da un quadro di tutto esaurito, con una netta prevalenza dei turisti italiani. Sul turismo straniero, solitamente concentrato nelle settimane bianche di gennaio e febbraio, pesa l’incertezza derivante dall’andamento della pandemia in Europa.
A Torino, ferma restando la tradizionale flessione attorno a Natale, le previsioni per il Capodanno sono incoraggianti sebbene la tendenza continui ad essere quella di prenotare sotto data. Le nuove misure introdotte e quelle allo studio potrebbero tuttavia determinare ulteriori cancellazioni di prenotazioni.
"Il settore ha bisogno di ripresa vera e di sostegni"
"I dati del 2021 certificano quelli che erano i nostri timori e le nostre previsioni sull’andamento dei flussi turistici, ancora pesantemente influenzati dalla situazione sanitaria. I vaccini e un maggiore senso di sicurezza percepita hanno riportato i turisti in città ma mancano pressoché totalmente gli stranieri e anche il turismo business risulta fortemente ridotto", commenta Fabio Borio, presidente di Federalberghi Torino.
"Speriamo davvero che il 2022 possa essere un anno di effettiva ripresa e rilancio per il nostro comparto che continua a subire le conseguenze delle restrizioni in Italia e soprattutto negli altri paesi che si rendono necessarie ad ogni recrudescenza della pandemia. Per uscire dalla crisi economica il nostro comparto avrà bisogno di una piena ripresa e, anche nel 2022, confidiamo possa essere sostenuto il più possibile da interventi statali e da parte degli enti locali".