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Pinerolese | 13 febbraio 2022, 13:40

La Val Chisone piange Remo Bouchard, uomo divertente e generoso

I ricordi dei volontari che hanno condiviso con lui un impegno di decenni

Remo Bouchard

Remo Bouchard

Un uomo divertente e generoso, molto attivo, tanto quando c’era da lavorare, che quando c’era da fare festa. È questo il ricordo che custodiscono di Remo Bouchard gli amici che negli anni hanno collaborato con lui.

Bouchard se n’è andato improvvisamente all’età di 68 anni lo scorso 8 febbraio, a Perosa Argentina, dove abitava

Lascia la moglie, Silvia Beccari, e la figlia Sara con il marito Paolo e i nipotini Sebastiano e Giacomo.

“Lascia un grande vuoto in tutti noi – commenta addolorato Marco Ghiano, capogruppo degli Alpini di Pinasca –. Era bravo, bravissimo. Sempre disponibile. Ha fatto parte del nostro direttivo negli ultimi quindici/sedici anni. Prima di entrare da noi era nel gruppo Alpini di Inverso Pinasca”.

È un ricordo commosso anche quello del presidente degli Aib di Pinasca, Diego Clot: “Remo era uno dei veterani della squadra, ho ritrovato in sede una foto che lo ritrae nell’82, quando festeggiavamo il gemellaggio con gli esuli valdesi nella zona del Baden-Württemberg, in Germania – ricorda Clot –. Si tratta di un percorso cominciato negli anni Settanta da mio papà Flavio, un gemellaggio prima tra Chiese, poi tra bande ed infine tra pompieri volontari. E Remo era già lì, in squadra con noi, ed è rimasto attivo fino ai 65 anni; dopodiché non puoi più essere operativo nella protezione civile, ma Remo non era tipo da tirarsi indietro, e fino all’ultimo ha continuato a collaborare con noi, in qualità di membro del Gruppo Alpini di Pinasca”.

Ma c’è un ricordo particolare che Clot ci tiene a tramandare: “Noi di Pinasca, ‘en bevü, ma en travajû, va bin?’ ovvero ‘noi di Pinasca, beviamo ma lavoriamo’ – ricorda Clot, con un sorriso malinconico –. Si tratta di un episodio risalente agli anni Ottanta, ricordi tramandati da mio papà, quando come squadra avevamo accompagnato il Corpo Forestale a spegnere un incendio in Val Maira. Ci si portava dietro qualcosa da mangiare e, fra le provviste della nostra squadra, un maresciallo dei carabinieri, grande e grosso, aveva notato uscire da uno zaino un pintone di vino. Ovviamente aveva ripreso la squadra, mio papà aveva poi garantito che il vino sarebbe stato per il post intervento. E Remo, piccoletto, era andato dal maresciallo a dire, in piemontese, che appunto noi di Pinasca, bevevamo, e lavoravamo. E da allora è diventato un po’ il nostro motto, scherzoso proprio come lo era Remo. Che era piccolo, ma tosto”.

E lo ricorda con molto affetto anche l’amico Giorgio Bresso: “La nostra amicizia è nata nel 1982, quando anch’io entrai a fare parte del gruppo Aib di Pinasca, al suo fianco. Remo era in squadra già dagli anni Settanta, e so che è sempre stato attivo in molti settori, ma per me era principalmente un grande amico! Portava allegria ovunque, perché lui aveva sempre voglia di ridere e scherzare... era fatto così”.

 

Tatiana Micaela Truffa

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