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Economia e lavoro | 15 febbraio 2022, 18:20

L'epilogo di Embraco è una firma su un accordo "tombale": il 91% degli operai accetta i 7000 euro di Whirlpool

Raggiunta la soglia per l'accordo sui verbali di conciliazione che chiude definitivamente la vicenda dello stabilimento di Riva di Chieri

le lettere di licenziamento che furono appese davanti alla Regione Piemonte

Oltre il 90% dei lavoratori ex Embraco ha firmato l'accordo tombale con l'azienda

È finita con una firma in calce a un foglio in cui gli operai hanno accettato di chiudere definitivamente la vertenza con l'azienda, incassando 7000 euro lordi (5000 netti o poco più) di "risarcimento". La vicenda Embraco ha vissuto in queste ore la sua ultima puntata. Ma dopo i capitoli legati agli impegni, alle prese in carico, alle promesse disattese e ai progetti rimasti nel cassetto della politica, questa volta è la disperazione ad aver recitato il ruolo principale. È del 91% la quota di adesione alla proposta

Spalle al muro

D'altra parte, quale altra scelta poteva rimanere a circa 400 persone che ormai da anni non hanno altro introito che non sia la cassa integrazione e che, in futuro, possono affidarsi soltanto allo strumento della Naspi? Nelle prime settimane in cui l'offerta dei 7000 euro era stata messa sul tavolo, in tanti avevano sdegnosamente rifiutato. Ma alla fine i conti di casa vanno fatti quadrare. E tanti, quasi tutti, avranno dovuto trangugiare il boccone. Non il primo, peraltro. Ma almeno questo porta con sé 5000 euro abbondanti sul conto corrente.

Superata la soglia di validità

Oltre a rappresentare la quasi unanimità, peraltro, il 91% dei lavoratori della ex Embraco che hanno deciso di firmare rappresenta anche il raggiungimento della soglia necessaria a validare l'accordo, fissata al 90%.Nei giorni scorsi era arrivata la solidarietà ai lavoratori anche da Papa Francesco, ma ormai il tempo è scaduto: il 22 gennaio si è infatti esaurita l'ultima tranche di cassa integrazione ed è scattata la procedura di licenziamento collettivo. Sul tavolo, soltanto i percorsi di formazione e ricollocamento messi in essere dalla Regione, per provare a trovare un nuovo posto di lavoro agli operai di Riva di Chieri. I protagonisti, loro malgrado, di una vicenda che rimarrà nella memoria per i tanti fallimenti progettuali e politici che ha portato con sé.

 

Massimiliano Sciullo

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