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Economia e lavoro | 01 marzo 2022, 17:20

Sciopero alle Dogane di Torino, in via Giordano Bruno la rabbia degli addetti: "Siamo pochi. E la crisi Ucraina aumenterà ancora il lavoro"

Per quattro giorni niente straordinari per un servizio che coinvolge sia Caselle che il sito autoporto di Orbassano. "Turnover fermo da 20 anni e pochi nuovi ingressi: il nostro è un servizio prezioso, come ha dimostrato anche la pandemia"

manifestazione dei lavoratori

Manifestazione dei lavoratori davanti all'Agenzia delle Dogane

"Il nostro è un servizio prezioso, come ha dimostrato anche la pandemia e la necessità di far circolare mascherine e presidi medici di protezione. E con la crisi in Ucraina sicuramente i carichi di lavoro aumenteranno ancora di più. Basta pensare che qui da noi c'è Leonardo, che si occupa di armamenti". Nome d'altri tempi, ma con efficacia d'attualità estrema quello dell'Agenzia delle Dogane, i cui lavoratori hanno proclamato quattro giorni di sciopero dello straordinario e hanno manifestato davanti alla sede di via Giordano Bruno 97

Nessun turn over da 20 anni

La causa? Un organico ridotto all'osso. "Da 20 anni non c'è turn over e i recenti tagli hanno svuotato l’agenzia e i lavoratori sono massivamente andati o stanno per andare in pensione per limiti di età o per quota cento, ma senza che siano state acquisite nuove risorse e senza nemmeno la possibilità di trasmettere a personale nuovo le professionalità acquisite negli anni. Attualmente, a Torino, siamo 93", spiega Salvatore Veltri, di Confsal. Da qui l'iniziativa di FP Cgil, Cisl FP, Uilpa UIL, Unsa Confsal  e Flp di questo pomeriggio: una manifestazione di fronte agli uffici di via Giordano Bruno (al fondo di corso Sebastopoli) per una struttura che include anche i lavoratori della sezione operativa dell’autoporto sito di Orbassano e quelli della sezione operativa dell’aeroporto di Caselle torinese. "È una situazione peraltro comune anche agli altri uffici dogane e monopoli piemontesi, e da tempo è stato denunciato alla dirigenza l’insostenibile carico di lavoro con l’inevitabile rischio di disservizi all’utenza", aggiungono i sindacati.

"Noi, civili con funzione di polizia giudiziaria"

"Abbiamo non a caso anche una funzione di polizia giudiziaria, pur essendo civili - continuano - con attività su scala internazionale. E poi ci sono, oltre alle funzioni di dogana e accise, anche quella dei monopoli: pensiamo ai giochi, che valgono dai 10 ai 12 miliardi all'anno. Non certo un'attività di poco conto. A livello nazionale, da oltre 12mila che dovrebbero essere, gli organici sono sotto quota 9000".
"Da Roma ritengono che come organico siamo come gli altri uffici. Ma in realtà si tratta di dotazioni sottostimate - aggiungono i sindacati - E col tempo, dal 2016 a oggi, la situazione è ulteriormente peggiorata a causa di pensionamenti e altre uscite. E anche per i nuovi ingressi è necessario un periodo di formazione, altrimenti mancano le competenze".

"Tutti noi facciamo funzionare una parte importante della nostra provincia. Ma siamo proprio pochi. Non ce lo meritiamo noi e non se lo merita l'utenza. I carichi di lavoro sono troppo elevati e ci espongono a rischi di errore. Oggi è il primo giorno di questa forma di sciopero, visto che lo straordinario rientra nell'obbligatorietà di servizio. Faremo le prime quattro giornate di astensione perché sono anni che cerchiamo una soluzione, ma nonostante i tentativi di riorganizzazione la coperta è corta".

Riaprire almeno la mobilità interna

Tra le proposte e le richieste che avanzano i sindacati per cercare di porre rimedio, in attesa che i concorsi possano sbloccare nuovi ingressi, c'è quella degli spostamenti interni alla pubblica amministrazione"Chiediamo di riaprire la mobilità da parte di chi, all'interno dell'amministrazione, ha già fatto richiesta per venire da noi. Mentre sui concorsi ci hanno già spiegato che potrebbe essere farraginoso".

Massimiliano Sciullo

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