Infermieri del 118 sul piede di guerra nel Torinese. Oggetto del contendere è il riconoscimento dell'indennità di trasferta, in particolare per chi deve raggiungere il posto di lavoro - che ogni giorno può essere diverso - con mezzi propri e senza alcun rimborso.
Spiega Daniele Scomersich, dirigente sindacale Nursind e rsu 118 di Torino: "La realtà lavorativa degli infermieri del 118 è molto particolare. La zona del Torinese è infatti divisa in macro-aree che occupano una buona fetta di territorio. All'interno di queste, ci sono varie postazioni distanti tra loro anche molti km. Ogni infermiere può essere spostato - per lavorare - in postazioni diverse all'interno della stessa macro-area. Di solito ognuno copre da 4 a 6 postazioni. E' quindi facile da capire che un infermiere non per forza abita vicino al suo luogo di lavoro, ma soprattutto gli viene richiesto di raggiungere ogni giorno una postazione diversa. Per questo, come sindacato riteniamo che sarebbe corretto riconoscere un rimborso al lavoratore, che raggiunge il posto di lavoro con mezzi propri, oppure che gli venga riconosciuta una sola sede di lavoro e che tutti gli spostamenti verso le altre postazioni gli siano rimborsate come indennità di trasferta". "La conclusione è che quasi un terzo dello stipendio - conclude poi Scomersich - va via in benzina e caselli autostradali".
Il Nursind, anche a nome del suo segretario piemontese Francesco Coppolella, ha dunque scritto una lettera alla direzione della Città della Salute e della Scienza di Torino (i 150 infermieri del 118 del territorio fanno tutti capo alla Città della Salute, pur avendo la sede operativa di base a Grugliasco) per far valere le proprie ragioni. "Portiamo alla vostra attenzione - si legge nella missiva - il mancato riconoscimento dell’indennità di trasferta per gli infermieri operanti nelle sedi afferenti al servizio di emergenza territoriale. Detto istituto già utilizzato in altre aziende in passato, potrebbe essere omesso in favore della residenzialità per ogni singolo professionista. Le considerevoli distanze chilometriche da sostenere per i colleghi riguardano alcune tratte autostradali tra le più costose d’Italia, come ad esempio la A32 Torino–Bardonecchia. Inevitabilmente i turni di lavoro aumentano da dodici ad almeno quattordici ore, esponendo i lavoratori ad un maggior rischio di infortuni in itinere, anche i prolungamenti orari legati a missioni assegnate in prossimità del fine turno richiederebbero numerose riflessioni. A un minor numero di interventi rispetto alle zone urbane, fa da contraltare la maggior complessità degli stessi (teatri operativi disagiati, maggiore distanza dagli ospedali o condizioni meteorologiche avverse che non sempre permettono il supporto del mezzo aereo)".
"Riteniamo che a distanza di sette anni dall’inizio della gestione del 118 da parte dell’AUO C.D.S.", conclude il sindacato degli infermieri "sia opportuno da parte dell'amministrazione porre rimedio urgente, visto anche il periodo, a un riconoscimento nei confronti dei professionisti infermieri che garantiscono un servizio essenziale".
Il Nursind chiede anche alla Città della Salute e della Scienza di Torino di istituire un tavolo di lavoro permanente "con le organizzazioni sindacali più rappresentative all’interno del sistema di emergenza, per la risoluzione dei problemi di particolare complessità". E annuncia che a breve chiederà anche alla Regione e all'assessore alla Sanità Luigi Icardi di intervenire sulla questione.