L’eccellenza delle penne Aurora è un ormai riconosciuta oltreoceano, anche negli Emirati Arabi Uniti, dove l’azienda si trovava in occasione del b2b organizzato da Ceipiemonte durante la Piemonte Week di Expo Dubai.
Da 103 anni, l’impresa tutta “made in Italy”, oggi vanta l’80% di dipendenti donne e ha visto il suo fattura raddoppiato negli ultimi due anni di pandemia. “L’anno del Covid è stato il migliore - spiega la sales director Linda Di Fonzo - perché la gente ha ricominciato a scrivere. Noi nel frattempo abbiamo ci siamo rinnovati, abbiamo cominciato a vendere esperienze non solo penne”.
Oggi l’azienda di Torino vende per lo più all’estero. “Vent’anni fa il 97% delle vendite era in Italia, oggi l’80% è fuori dai confini nazionali. Il mercato principale è quello asiatico, poi quello americano e in ordine europeo e italiano”. Tra i Paesi clienti anche l’Arabia Saudita e Dubai. “Abbiamo realizzato alcune penne tempestate di diamanti per la casa reale saudita e in passato abbiamo realizzato una penna per la famiglia reale del Kuwait con sopra la firma di uno dei membri che riprendeva il profilo di un cavallo. Ma le richieste sono le più varie”.
Il valore aggiunto della penna Aurora è quella dell’artigianalità. “Facciamo 21 pennini diversi e per noi il pennino è come il motore di un’auto ed è fondamentale che sia fatto a mano”.
La penna più costosa? “Sempre fatta di diamanti è costata 1.2 milioni di euro” ricorda Di Fonzo.