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Economia e lavoro | 31 marzo 2022, 10:30

Stellantis, Tavares incontra i sindacati: "Nei prossimi due mesi la decisione sul futuro di Mirafiori, non sarà solo produzione"

Il ceo del Gruppo: "Ragioniamo stabilimento per stabilimento. Ma abbiamo molte idee, anche sull'economia circolare". E sull'elettrico: "Produrlo costa il 50% in più: il Governo sostenga gli acquisti, ma anche le infrastrutture"

Carlos Tavares

Carlos Tavares

Il futuro di Mirafiori si gioca in alcune settimane, non solo per la produzione. Ma ragionando stabilimento per stabilimento: non ci saranno chiusure, ma trasformazioni.

È questa la sintesi di un'ora del confronto che l'amministratore delegato di Stellantis, Carlos Tavares, dopo Regione e Comune, ha dedicato ai sindacati metalmeccanici, sempre nella cornice dello storico stabilimento di Torino. Sul tavolo, il Piano industriale "Dare forward 2030".

"Tante idee su Mirafiori: decisioni nelle prossime settimane"

"Sul futuro di Mirafiori stiamo cercando di garantire nuove idee che siano redditizie per il futuro dell'azienda - ha detto Tavares -. Mi aspetto che si possano realizzare nei prossimi due mesi, non solo sulla produzione pura, ma anche su nuovi business che potrebbero fare riferimento a economia circolare e progetti di questo genere".

Ragionamenti che si fanno in un contesto non facile. "Sono molto orgoglioso del lavoro fatto dai dipendenti Stellantis nel 2021. I risultati finanziari sono stati eccellenti, seppur in un contesto molto complesso. C'è stato il Covid, la crisi dei semiconduttori, l'aumento dei costi e poi la guerra. Fattori di natura esterna all'azienda, ma i nostri dipendenti si stanno adattando. Il rischio più grande è lo status quo: dobbiamo cambiare direzione, insieme, adattando e trasformando l'azienda secondo le necessità".

Il futuro occupazionale? "Sarà senza dubbio sempre più legato al software. Per questo abbiamo fondato due Academy con programmi formativi sui dati, sul software e sull'ingegneria, in collaborazione con università ed esperti dell'industria. Ma anche un'accademia sull'elettrificazione. Sono questi i profili che cerchiamo, ma non dimentichiamo profili per garantire la qualità dei nostri prodotti".

Incognite: volumi e semiconduttori

Di certo, una delle incognite che agitano i sonni (anche) a Torino riguardano il volume di produzione, decisamente al di sotto di altri Paesi. "La situazione è legata alla nostra competitività e alla quota di mercato - dice Tavares -. Possiamo attestarci sul 20-25% in Europa e ho fiducia nei nostri team affinché garantiscano almeno di mantenere queste quote. Da qui, deriverà la possibilità di aumentare i volumi".

Tra le note stonate di questi mesi, c'è la crisi dei semiconduttori, che spesso ha rallentato alcune produzioni. "Con i semiconduttori dovremo trovare un nuovo modo per affrontare la catena di fornitura. In Europa e in Nord America stiamo lavorando per nuovi approvvigionamenti: è immaginabile arrivare a nuove modalità entro 3-4 anni. E sulla tecnologia stiamo lavorando per portarla in maniera molto più veloce nei nostri prodotti. Nei prossimi 4-5 anni lanceremo nuove piattaforme di costruzione, ma anche nuovi software. Questo ci porterà ai semiconduttori del futuro, con acquisti che potranno essere effettuati anche sul territorio".

Tutto elettrico entro 8 anni

Il futuro, comunque, è indirizzato. "Nel 2030 siamo pronti a vendere il 100% dei nostri modelli in elettrico e stiamo preparando l'azienda per questo. La conseguenza è doppia: in maniera progressiva tutti i nostri siti in Europa e in Italia produrranno veicoli elettrici. Melfi è un esempio, con la piattaforma per 4 modelli di 3 brand. E l'Italia è il cuore di questo processo: faremo annunci sito per sito, sulla base della maggiore competitività possibile".

L'esempio è la gigafactory (anche se è stata una delusione per Torino). "Abbiamo discusso con il Governo per la realizzazione di una gigafactory in Italia e poi abbiamo ufficializzato la scelta su Termoli. Vediamo step by step cercando la soluzione ottimale. Saranno 75 i modelli Bev introdotti entro il 2030. Li annunceremo sito per sito. L'ho spiegato anche ai sindacati in maniera pacata e costruttiva: è stato un confronto positivo, dobbiamo cercare soluzioni concrete e non cose generiche". 

Il ruolo del Governo: "Rimuovere gli ostacoli"

"Cosa ci aspettiamo dal Governo? Noi cerchiamo di non creare problemi, ma di portare soluzioni. La sfida è abbinare la mobilità sostenibile con l'accessibilità sul mercato. Si devono costruire veicoli che la gente però deve poter acquistare. Ecco perché ci aspettiamo dall'Europa che e dai Governi che si creino le condizioni affinché le persone possano godersi questo tipo di veicoli. Ora il mercato è al 25% sotto i livelli pre Covid: i governi devono dire che ora che ci sono i veicoli sostenibili, le persone devono poter accedere a questi mezzi, godendosi gli spostamenti e rimuovendo le barriere. Mentre negli ultimi decenni sono state aggiunte barriere per gli spostamenti con l'auto. Ma la democrazia si realizza solo con la libertà di movimento: bisogna rimuovere queste barriere, con l'uso di mezzi sicuri, puliti, sostenibili e accessibili. Il mezzo elettrico costa il 50% in più nella produzione, ma se nei prossimi 4-5 anni noi case automobilistiche dobbiamo fare del nostro meglio per ridurre i costi, il Governo deve accompagnare questa riduzione sostenendo gli acquisti. E poi bisogna ragionare sulle infrastrutture di ricarica: le persone devono acquistare un'auto sapendo di poterla poi ricaricare e utilizzare. Dunque servono investimenti nelle infrastrutture di ricarica".

I sindacati: "Nessuna chiusura, valuteremo le trasformazioni"

Sostanzialmente soddisfatti i sindacati. "Tavares ci ha confermato che il Piano sarà applicato nella sua completezza. Nessun sito sarà chiuso e gli abbiamo chiesto di non trovarci solo al ministero, ma anche in situazioni come queste. Tavares ci ha confermato l'intenzione di avere l'Italia centrale nello sviluppo del Gruppo. Dallo Stato non ci si aspetta solo cassa integrazione, ma anche sostegno a chi investe", dice Roberto Benaglia, segretario generale di Fim Cisl. "Se l'obiettivo è raddoppiare i volumi in 8 anni, vigileremo: non accetteremo a scatola chiusa, valuteremo passo dopo passo".

E Rocco Palombella, segretario generale Uilm, aggiunge: "Ci hanno confermato che non chiudono, ma trasformano. Hanno potenzialità da 8 milioni di autovetture, ma attualmente ne producono 6 e quindi c'è spazio per crescere".

Francesca Re David, segretaria nazionale di Fiom Cgil concorda: "Ci auguriamo che si avvii un percorso di confronto, per comprendere l ricadute occupazionali. Tavares ha parlato di trasformare e vedremo cosa succederà. Ma da questo incontro vogliamo anche vedere come si comporterà lo Stato".

E Sara Rinaudo, segretario nazionale Fismic Confsal, conclude: “Accogliamo come positivi i progetti per il Polo torinese, le rassicurazioni di Tavares, e l’esistenza di Dare Forward 2030 in generale, ma accanto alle parole servono certezze sugli stabilimenti, anche torinesi. I lavoratori hanno bisogno di certezze: per questo abbiamo chiesto una calendarizzazione degli incontri”.

Massimiliano Sciullo

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