Una performer e tre preziose marionette degli anni ’40 appartenenti alla collezione Toselli sono protagoniste di una rilettura tra danza e teatro di figura di un celebre racconto di Perrault.
Dopo l’anteprima al Festival Incanti - Rassegna Internazionale di Teatro di Figura nell’ottobre del 2021, giovedì 19 debutta in prima assoluta "La sposa blu": una drammaturgia composita e multidisciplinare che attinge alla danza, al teatro fisico e di figura, firmata e interpretata da Silvia Battaglio.
La storia è liberamente ispirata alla fiaba di Barbablù raccontata da Charles Perrault. È una "scrittura di scena" che vede l’interazione di una performer e tre preziose marionette degli anni ’40, appartenenti alla storica collezione Toselli e custodite presso l’Istituto per i Beni Marionettistici e il Teatro Popolare di Grugliasco (To).
La sposa di Barbablù che non vuole conformarsi al classico femminile delle fiabe e omologarsi ai dettami del brutale consorte. Opta così per una sorta di "legittima difesa" e si oppone al violento destino cui il marito vorrebbe consegnarla. "Puoi aprire soltanto le porte delle stanze che dico io", ripete Barbablù impostando la relazione affettiva all’insegna del possesso, della paura e del controllo. È dunque nel rifiuto di questo ricatto che la Sposa blu decide di aprire la porta segreta, al di là della quale scopre i corpi occultati delle precedenti marionette-spose. Queste tornano dunque in vita, scivolando dentro un racconto sospeso tra fiaba e realtà, dove l’elemento della trasgressione assume il valore di una redenzione salvifica.
"Una scelta che di fatto - spiega Silvia Battaglio - la porterà alla conoscenza e a mutare la trama del suo destino. La Sposa Blu avvia un processo di ‘sospensione dell’irrevocabile’, affrancandosi da un’esistenza costruita sul dominio. Un percorso di riscatto e trasformazione alla ricerca della luce che abita nei luoghi arcani dell’oscurità. Incarnando il desiderio di non lasciarsi manipolare e soggiogare dalla violenza, la donna attraversa il vasto abisso del potere, per riemergere e parlarci d’amore e liberazione, per svelare l’ignoto al di là dell’apparenza, nella scoperta di noi stessi oltre gli stereotipi di genere".
TEATRO ASTRA Via Rosolino Pilo 6, 19 e 20 maggio, ore 21, info www.fondazionetpe.it