Sette vite spezzate, ma anche sette storie umane da raccontare (insieme a quelle delle loro famiglie), per tramandare un evento che ormai sta abbandonando l'attualità per trasferirsi nella storia. E che, soprattutto, deve rappresentare un monito e una testimonianza sul tema della sicurezza sul lavoro.
Si chiama "Non voglio morire" il libro scritto da Stefano Peiretti che ripercorre le ore drammatiche della tragedia della ThyssenKrupp. E che sarà presentato venerdì 20 maggio alle 16,30 (padiglione 2, arena Piemonte) in occasione del Salone Internazionale del Libro di Torino.
Insieme all'autore (e al giornalista Paolo Griseri) saranno presenti la ex sindaca di Torino, Chiara Appendino e Antonio Boccuzzi, unico superstite di quella tragedia.
Oltre a mandare un messaggio di ricordo e di monito, il volume vuole anche rappresentare un momento di "memoria collettiva", soprattutto in una società in cui tutto scorre velocemente e molto, spesso, si dimentica. Sono ormai passati quasi 15 anni da quella notte e per le nuove generazioni quei nomi, quei fatti e quegli eventi non rappresentano più un ricordo, ma al massimo un racconto (se qualcuno glielo ha tramandato). Ma i fatti drammatici come quelli dello scorso inverno, con il crollo della gru in via Genova (proprio a Torino) e la morte di tre operai impegnati nel cantiere, dimostrano come il tema della sicurezza sia ancora necessario e di estrema attualità.
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