Per comprare casa a Torino servono circa 2138 euro al metro quadro. Lo dice la statistica, ma soprattutto l'ultimo borsino di Ascom-Fimaa Torino e provincia, che riassume un 2021 decisamente positivo, senza poter però nascondere un 2022 che osserva con preoccupazione gli effetti della guerra, soprattutto sui costi. Anche se proprio il conflitto bellico sembra fare da sponda a un investimento immobiliare che torna di attualità.
Investimento di sicurezza contro le incertezze finanziarie
"Il settore immobiliare, con i suoi dati, fotografa un'economia e una tendenza delle famiglie e dei loro investimenti - dice Maria Luisa Coppa, presidente di Ascom Torino e provincia - Investimenti che si mostrano in aumento: è un settore che ha attraversato positivamente la pandemia e anche il resto del 2022 e il 2023 promettono numeri positivi, anche per un investimento che tiene rispetto ai timori legati alla guerra e alle incertezze del momento. Si torna al mattone, come ha dimostrato il Covid, quando si sono cercati maggiori spazi e aree all'aperto che fossero sicure. E ancora adesso, grazie a bonus e incentivi, ci sono elementi che favoriscono, mentre la finanza in crisi per la guerra porta a una maggiore attenzione verso questo tipo di investimento".
Le cifre parlano di 15.224 scambi in città e 21.634 nel resto della provincia. Il tasso di crescita del 2021 è dunque - rispettivamente - di +28,3 e +31,5% rispetto all'anno passato.
Un 2022 in attesa di settembre (e della guerra)
"Il 2020 ha tenuto botta per il Covid, con una diminuzione molto contenuta, mentre il 2021 ha visto un'accelerata in tutte le zone, sia tra i quartieri di Torino che nei paesi della provincia - spiega la vicepresidente di Fimaa, Beatrice Pinelli - Il 2022 era partito con buoni auspici, ma era prevedibile un rallentamento dopo la corsa del 2021. Ma è difficile fare previsioni, anche alla luce della guerra: la gente sta alla finestra per capire cosa succede domani e alla luce dell'aumento dei costi. Lo stesso alloggio, a parità di consumi, ha raddoppiato i conti in bolletta".
Torna la domanda di case per farne b&b
La tipologia di case più ricercata resta quella tra i 50 e gli 85 metri quadri, ma anche fino a 115 metri quadri c'è una richiesta vivace. Con la ripartenza del turismo, però, anche gli alloggi sotto i 50 metri quadri si stanno riprendendo, soprattutto a uso bed& breakfast.
Tra i quartieri sono in rivalutazione San Paolo e Santa Rita, in forte riqualificazione e vitalità. Cit Turin quasi non fa più notizia, mentre Madonna di Campagna è in grande ripresa, così come l'area di Borgo Rossini in zona corso Palermo. Ma anche Aeronautica e Parella, così come il Lungo Po. "L'autunno ci vedrà alla finestra per vedere cosa succederà - spiega il presidente di Fimaa, Franco Dall'Aglio - ma contiamo di assestarci su un numero di transazioni positivo".
Attenti alla valutazione online
C'è poi un trend che allarma gli addetti ai lavori: "Sempre più aspiranti venditori o compratori fanno la valutazione tramite i siti online, ma spesso sono sbagliati o lontani dalla realtà".
"Ci sono molti elementi che poi, nel singolo caso, mostrano dettagli e caratteristiche particolari, che spiegano i tempi, ma anche le modalità che hanno portato a chiudere l'accordo. Un patrimonio che solo l'agente immobiliare può spendere in fase di trattativa".