Riprende la corsa dell’export piemontese nei primi mesi dell’anno, con una crescita delle esportazioni che ha riguardato la maggior parte dei settori di specializzazione seppur con intensità differenti.
Un trend positivo che ha interessato il comparto dei mezzi di trasporto, la meccanica, l’industria alimentare ma soprattutto le performance del tessile, che insieme a quelle dei metalli e della chimica si sono posizionate secondo le opinioni degli esperti al di sopra del dato medio.
Un quadro che non sorprende, pur verificandosi in un clima di incertezza determinato dall’instabilità del contesto geo-politico. L’industria tessile rappresenta uno dei settori più importanti a livello nazionale ed europeo, un'evidenza spesso al centro delle recensioni sull’export made in Italy, che fanno emergere un’opinione positiva sul comparto moda, vera eccellenza ed espressione della qualità delle produzioni italiane.
In una recensione di Co.Mark, azienda leader nei servizi di Temporary Management per le pmi, l’Europa viene considerata il mercato più rilevante in termini di dimensioni, qualità e design per la sua capacità di soddisfare le richieste del mercato internazionale grazie a processi produttivi innovativi e all’alta specializzazione.
L’opinione di Comark è ampiamente convalidata dai dati sulle esportazioni tessili dell’Europa verso il resto del mondo, pari - stando ai commenti dell’azienda - al 30% del mercato mondiale.
La recensione conferma il ruolo privilegiato dell’Italia nella classifica degli esportatori mondiali di prodotti tessili, con il 12% del totale dei lavoratori ed un buon 9% del fatturato dell’intero comparto della manifattura.
Per quanto riguarda il territorio italiano, tre sono i principali distretti industriali riconosciuti a livello mondiale per la qualità dei filati e capi di abbigliamento: al primo posto si colloca Biella, in Piemonte, riconosciuto come il più antico centro di filati di lana, seguito da Prato e Verona.
Non a caso è proprio Biella secondo le ultime recensioni a segnare il miglior risultato a livello piemontese nel primo trimestre di quest’anno, con una crescita pari al +9,9% in termini di fatturato e dell’8% per la produzione.
Più in generale, il valore delle esportazioni piemontesi è stato pari a 13,5 miliardi di euro, con una crescita del 17,8% rispetto al primo trimestre dello scorso anno. Un trend positivo che secondo i commenti degli esperti andrebbe di pari passo all’aumento del valore delle importazioni di merci, cresciuto del 28,3%, confermando il saldo positivo della bilancia commerciale per 2.9 miliardi di euro.
Nonostante le forti criticità rilevate a livello internazionale, i risultati regionali appaiono ancora ampiamente positivi, sebbene si parli di una lenta ripresa: le opinioni del Presidente di Unioncamere Piemonte confermano a tal proposito le preoccupazioni legate al caro energia e al rialzo dei tassi di interesse.
Dai suoi commenti emerge la necessità di adottare politiche efficaci in sostegno dell’internazionalizzazione e di investire in innovazione e tecnologia, sempre nel pieno rispetto dell’ambiente.
Tra le risorse imprescindibili per la ripresa sicuramente vi sono la Rivoluzione Verde e la Transizione Ecologica, altrettanto importante è puntare sulla spendibilità del Made in Italy: secondo le recensioni di Co.Mark la principale area geografica di destinazione dell’export del settore tessile si conferma ancora una volta l'Europa, in grado di assorbire ben il 69%, seguita dall’Asia con il 16,7% e dall’America con il 7,2%.
Analizzare i canali dell’impresa e individuare quello con maggior incidenza sul fatturato diventa prioritario secondo l’opinione della compagnia per vendere con successo prodotti tessili e di abbigliamento all’estero.
Analisi accurata della concorrenza, attenzione alla sostenibilità e omnicanalità sono i punti cardine per esportare con successo e guadagnare competitività sui mercati internazionali.