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Economia e lavoro | 14 settembre 2022, 11:00

Torino raccoglie fondi per l'innovazione: Neva sgr vuole raddoppiare le risorse e ora punta sulle cellule che curano

Chiuso in anticipo di un anno la raccolta per il primo Fondo, la sgr sostenuta da Intesa San Paolo incontra gli investitori per un secondo Fondo fissato per il 2024. E intanto scommette su Tr1x, start up californiana fondata da una torinese

Luca Remmert e Mario Costantini di Neva Sgr

Luca Remmert e Mario Costantini di Neva Sgr

C'è una realtà tutta torinese che recita una parte da protagonista nel mondo del venture capital globale. Una storia nata nel 2016 - in ambito Intesa Sanpaolo - con una dotazione di 100 milioni stanziati dalla banca per affrontare il tema dello sviluppo di soluzioni innovative nel mondo fintech, alla ricerca di idee e soluzioni interessanti. Fino a due anni fa, quando Neva cambia e da spa diventa Sgr, ampliando i propri orizzonti verso tutte le aziende a carattere innovativo e con apertura verso lo strumento del venture capital.

E così, ai 100 milioni di Intesa Sanpaolo, oggi si sono sommate le somme raccolte sul mercato. A partire da quello da 250 milioni - il Fondo Neva First - dedicato agli investimenti in aziende altamente innovative in tutto il mondo, che ha incontrato l’interesse sia di investitori istituzionali italiani ed esteri sia di numerose famiglie imprenditoriali italiane in grado di chiudersi con un anno di anticipo. "Vogliamo aiutare la crescita del sistema italiano dell'innovazione non investendo direttamente alle aziende e alle start up, ma tramite gli strumenti che possono agevolare questi percorsi", dice il presidente di Neva Sgr, Luca Remmert. Che aggiunge: "Abbiamo tanti settori di interesse, dal Fintech alle scienze della vita, passando per aerospazio, food e molto altro".

Primo Fondo completato in anticipo: ora si punta al secondo (e al raddoppio)

Il primo fondo, sottoscritto al 100% dall'Innovation center di Intesa Sanpaolo, è però già storia. Ma non è l'unico sul tavolo. Entro il 2024 sarà la volta del secondo Fondo previsto dai piani di sviluppo di Neva, di dimensioni ancora maggiori, magari anche raddoppiate: proprio questo è stato l'argomento di base dell'incontro programmato con i potenziali investitori per la mattina di oggi alle Ogr. Una platea di oltre 500 presenze tra venture capitalist, investitori istituzionali, clienti privati, esperti, imprenditori e start-up da tutta Italia e da numerosi altri Paesi, in primis Stati Uniti e Israele.
"Il mondo del venture capital, in Italia, è abbastanza nuovo e noi vogliamo esserne protagonisti", sottolinea Remmert. "Un risultato reso possibile da una rete di rapporti importanti che siamo stati in grado di costruire in questo periodo, con soggetti di dimensioni anche imponenti".

Visione, ma anche prudenza: "Vogliamo creare degli standard"

"Il territorio torinese sta esprimendo fermento e voglia di crescere e vicino a noi, in Ogr, ci sono molti operatori che stanno esprimendo cose molto interessanti. A cominciare dal Politecnico e il suo incubatore, ma anche Lift, che è nostra partner. Ma anche il Club degli investitori, oppure Equiter. Vediamo un grande movimento positivo e la nostra aspettativa è che più interagiamo, più si potranno stabilire standard e regole che possano essere modelli di riferimento interessanti per gli investitori, italiani o internazionali", dice Mario Costantini, CEO e General Manager di Neva Sgr.

"Vogliamo essere un ponte tra il mondo del venture capital su innovazioni dirompenti e crescite a due cifre - aggiunge - e il mondo che ogni giorno fa parte della nostra vita. Vogliamo creare impatto nel tessuto economico del Paese, innescando nel gruppo Intesa Sanpaolo la storia e la competenza del mondo del venture capital internazionale, che ha saputo tradurre la propria attività in una buona resa per chi ha investito. In questo la California è prima nel mondo, seguita da Israele".

"Il nostro lavoro sta dando risultati in maniera importante, alla luce degli attuali scenari di mercato - prosegue Costantini -: il nostro patto con gli investitori è di rischio-rendimento a favore di chi investe e nonostante le difficoltà siamo ottimisti. Gli indizi che ci lasciano essere positivi è il fatto che il nostro portafoglio attuale sta dimostrando di essere resiliente: le società che abbiamo in portafoglio stanno crescendo e raccogliendo capitale sul mercato, rispettando i passi e i traguardi nella loro crescita. Inoltre, nel percorso dal 2020 a oggi, non abbiamo investito in operazioni di moda o senza un retroterra industriale chiaro, anche se sulla carta apparivano accordi stratosferici. Abbiamo voluto essere rigorosi nella valutazione del rischio. Oggi, dopo due anni di attività, abbiamo allocato circa 150 milioni di investimenti su un totale di 26 società e quattro Fondi strumentali. Abbiamo ancora 50 milioni a disposizione da investire, a prezzi assolutamente ragionevoli vista la situazione generale".

Intanto, il rapporto è di 70-30 tra aziende straniere e aziende italiane coinvolte, "ma la speranza è che si possa man mano ridurre questa differenza". 

Il caso Tr1x, la società Usa (ma con tanta Torino) che punta a cure per tumori e malattie autoimmuni

E tra i relatori che hanno preso la parola durante il panel dedicato alle start up, c'è anche Maria Grazia Roncarolo, ricercatrice italiana che ha studiato a Torino, riconosciuta come una delle massime autorità al mondo nel campo delle terapie genetiche, fondatrice di Tr1X (terapie cellulari universali per malattie autoimmuni), con sede a San Diego, in California. La società, in particolare, studia e sviluppa cure per malattie autoimmuni e infiammatorie attraverso l’ingegnerizzazione di cellule T.

Grazie alle risorse provenienti dal round di raccolta a cui hanno partecipato Neva Sgr e altri venture capitalist internazionali, Tr1X inizierà il processo di approvazione di nuovi farmaci presso la US Food & Drug Administration, con l’obiettivo di poter somministrare la prima dose sperimentale clinica nel 2023.

"Lavoriamo sulle cellule di donatori sani o dei pazienti stessi, cercando di farne dei farmaci 'viventi' - dice Roncarolo - e le potenzialità sono enormi. A cominciare dalle malattie genetiche. Ma più recentemente anche nella lotta al cancro e ai tumori. Ma la nuova frontiera sono le malattie autoimmuni e infiammatorie, penso all'artrite reumatoide, ma non solo. I farmaci attualmente usati possono stabilizzare, ma non curano. Noi vogliamo arrivare a guarire i pazienti, resettando il sistema immunitario delle persone colpite da queste malattie. Ma non dimentichiamo altri aspetti che incidono sulla vita di tutti i giorni come le allergie".

Tr1X è l’esempio di come i ricercatori italiani, grazie alla loro preparazione, possono contribuire a rivoluzionare l’industria farmaceutica e a cambiare in meglio il futuro delle nostre vite – aggiunge Costantini -. Siamo orgogliosi di partecipare a questa grande sfida, insieme a investitori internazionali leader nella Life Science e di avere Tr1X tra le società del nostro portfolio. Continueremo a puntare sulla Life Science, uno dei settori in cui il nostro Paese eccelle a livello globale”.

Le altre storie di successo con Neva

Tra gli altri che hanno portato la loro testimonianza di partnership con Neva, sul palco delle Ogr, Giorgio Tinacci, fondatore e CEO di Casavo (il primo instant buyer in Europa per la vendita di case online), Luca Rossettini, fondatore e CEO di D-Orbit (società italiana leader mondiale nella logistica per la Space Economy), David Rutter, fondatore e ceo della statunitense R3 (società leader in ambito Blockchain -  Distributed Ledger Technology) e Dror Liwer, fondatore dell’israeliana Coro (Cybersecurity basata sull’Intelligenza Artificiale per le pmi).

Siamo molto soddisfatti del percorso finora compiuto dalla nostra controllata Neva Sgr e, grazie alla collaborazione tra i nostri team di lavoro, lanceremo a breve il nuovo Fondo SEI, Sviluppo Ecosistemi di Innovazione – conclude Maurizio Montagnese, presidente di Intesa Sanpaolo Innovation Center -. Il nuovo Fondo SEI, che prevede una dotazione iniziale di 15 milioni di euro totalmente sottoscritti da Intesa Sanpaolo, nasce per sostenere la crescita dell’ecosistema italiano dell’innovazione tramite investimenti mirati in veicoli che abbiano come obiettivo primario l’attuazione di programmi di ricerca, selezione, accelerazione e professionalizzazione di start-up promettenti. I fondi che Neva Sgr si è impegnata a promuovere hanno come principale obiettivo il ritorno finanziario verso i propri sottoscrittori e questo, in alcuni casi, porta la prudenziale gestione della società a non allocare capitale in realtà ancora ‘poco mature’, come possono essere le start-up più giovani. Sentiamo peraltro la responsabilità come azionisti di controllo di Neva Sgr di individuare modalità e strumenti in grado di rispondere anche a queste realtà. E in tal senso avvieremo dei ragionamenti interni all’Innovation Center”.

"Dall’applicazione di queste innovazioni nasceranno posti di lavoro più soddisfacenti, ma anche soluzioni ai problemi dell’umanità: affrontare il cambiamento climatico, sviluppare fonti di energia sostenibili e abbondanti, proteggere l’ambiente e la biodiversità sono traguardi realizzabili nel tempo, a condizione di lavorarci da subito - ha detto il presidente di Intesa Sanpaolo, Gian Maria Gros-Pietro -. Questo è l’obiettivo che Intesa Sanpaolo persegue, tramite l’Innovation Center e il suo investimento in Neva Sgr".

Massimiliano Sciullo

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