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Economia e lavoro | 03 dicembre 2022, 07:11

Sicurezza per le donne rider: Just Eat sposa la causa con adesivi e una squadra di "ambasciatrici"

In occasione dello scorso 25 novembre sono stati distribuiti insieme agli ordini anche gli adesivi per sensibilizzare la clientela, mentre 3 collaboratrici sono state chiamate a confrontarsi con l'azienda. Fa tutto parte del progetto Women can ride

iniziative per le donne rider

Just Eat scende in campo per garantire la sicurezza delle donne rider con alcune iniziative

Si chiama "Women can ride" il progetto che Just Eat ha messo in campo insieme a Fondazione Libellula - anche a Torino - sul tema della sicurezza delle donne che svolgono il mestiere di consegna a domicilio. Un tema sollevato nei giorni scorsi anche dai sindacati, che hanno fatto riferimento a episodi negativi che si sono verificati ai danni delle donne rider in altre città italiane.

Il progetto riguarda diverse metropoli lungo lo Stivale e prevede sia una forma di sensibilizzazione che una ricerca di maggiore confronto interno all'azienda. In particolare, tra le azioni più recenti che sono state compiute dal brand "arancione", ci sono state la selezione di 3 "rider ambassadors" nella flotta di Torino, cui è stata affidata la responsabilità - insieme ad altre 7 rider italiane - di collaborare con l'azienda su queste tematiche. Un primo workshop sulla sicurezza è stato fatto proprio il 25 novembre (giorno che ricorda la lotta contro la violenza sulle donne) a Milano. 

Ma per sensibilizzare i clienti sull'emergenza dalla violenza ai danni delle donne è stata decisa anche la distribuzione di un adesivo di prevenzione sui sacchetti degli ordini dei clienti di Torino sempre lo scorso 25 novembre. "Un impegno congiunto che, oltre a voler sensibilizzare sull’importanza del pieno raggiungimento della parità di genere tra uomo e donna, mira ad attuare iniziative concrete a tutela delle donne lavoratrici, soprattutto all’interno di un ambito professionale, quello del food delivery, che ancora non le vede protagoniste", spiega una nota ufficiale dell'azienda.

Da un’indagine interna, risulta che il 47% delle donne rider di Just Eat vorrebbe ricoprire un ruolo che comporta maggiori responsabilità, il 46% sarebbe interessata a partecipare a un programma di mentoring, mentre il 67% avrebbe piacere a mettersi a disposizione in prima persona, accettando di diventare mentor per una rider neo-assunta.

#WomenCanRide è un’iniziativa che ci rende particolarmente orgogliosi, rivolta a tutte le donne che fanno già parte della nostra squadra di rider qui a Roma, come nelle altre 24 città italiane, insieme a  tutte quelle che vorranno farne parte - commenta Morgane Mercier, responsabile del progetto #WomenCanRide di Just Eat -. L’iniziativa nata in Italia sta per partire anche in altri Paesi del Gruppo, come il Belgio e la Svizzera”. 

Iniziative come quella avviata con Just Eat sono assolutamente necessarie per accelerare il cambiamento - spiega Debora Moretti, presidente di Fondazione Libellula -. Il rapporto tra i generi, dentro e fuori dall’azienda, risente ancora in modo significativo di stereotipi e visioni culturali limitanti che quotidianamente impattano sulle esperienze delle donne, sul modo in cui si parla a loro e di loro e nel concreto sul loro tempo, denaro e carriera. Crediamo che solo con una costante e allargata azione su questi fattori potremo realizzare equità, rispetto e attenzione verso tutte le persone, uomini e donne, in tutti i contesti, professionali e familiari. È con questa prospettiva che continueremo la nostra attività di sensibilizzazione verso l’inclusione con le aziende virtuose”.

Massimiliano Sciullo

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