Entra nella fase operativa il progetto di rigenerazione del monte Musinè.
Questa prima fase di lavori è resa possibile grazie a fondi pubblici e privati: una sinergia speciale per questo progetto che ha visto una straordinaria generosità dei fruitori del Musinè. Sinergia che ha portato circa 20mila euro, a cui si aggiungono altri 20mila euro donati dalla fondazione Magnetto, 20mila euro stanziati dall’Amministrazione Comunale ed infine 28mila euro di contributo dalla città Metropolitana di Torino.
Il totale di questi 88mila euro finanziano la quota più importante del progetto: quella del recupero delle aree bruciate dal terribile incendio di marzo 2021.
Nello specifico i lavori riguarderanno il taglio e la messa in sicurezza del territorio intorno a Sant’Abaco per circa 8 ettari con la conseguente messa in dimora di 2.000 nuove piante. Successivamente si passerà alla riceppatura di 5 ettari nell’area intorno al traliccio centrale: questa operazione permetterà alle piante ancora in grado di farlo di rinascere dal proprio ceppo.
Il progetto, presentato in diverse sedi, sia per autorizzazioni che per raccolta fondi, ha avuto un tale risalto da essere considerato strategico all’interno dei progetti presentati dalla Città Metropolitana per i finanziamenti del PNRR.
“Siamo quindi veramente felici di informare la popolazione che il nostro progetto - spiega il consigliere delegato alla Montagna, Giorgio Martini - sarà integrato da un progetto parallelo della città metropolitana di Torino, finanziato dal PNRR, che vedrà la piantumazione di ulteriori 8.000 piante, portando ad un totale di 10.000 nuovi alberi! Vogliamo ricordare poi che “Il progetto di rigenerazione” è stato così chiamato perché oltre ad includere progetti seviculturali atti alla riforestazione delle zone bruciate ha in seno anche interventi che andranno a salvaguardare il futuro del nostro patrimonio verde”.
In parallelo continuerà quindi la ricerca di fondi per finanziare le altre opere sul fronte a supporto spegnimento di futuri incendi: il ripristino della piazzola di atterraggio elicottero, l’apertura di 2 nuovi sentieri per un più veloce intervento in zone poco accessibili, una nuova vasca di raccolta acqua in quota e ripristino di piste per un più agevole avvicinamento tramite mezzi di soccorso.