Al Museo Accorsi-Ometto si aggiunge un tassello alla ricostruzione che la Fondazione sta portando avanti suo monumentale polittico realizzato da Defendente Ferrari tra il 1525 e 1535, nel tempo smembrato in vari pannelli.
Si tratta del ritrovamento del “San Giovanni Battista”, acquistato recentemente dal gallerista torinese d’arte contemporanea Gian Enzo Sperone.
A oggi, del polittico di Defendente, si conosce l’esistenza di dieci tavole, ognuna delle quali rappresenta un santo a figura intera, collocato su un pavimento di marmo a losanghe: queste tavole, secondo quanto dimostrato da Giovanni Romano nel 1970, facevano parte di un “mastodontico polittico” di cui si ignorano la collocazione e la pala centrale. La loro disposizione, verosimilmente, era la seguente: Margherita, Stefano, Caterina, Giovanni Battista
La storia della tavola
Pietro, tavola centrale ancora mancante, probabilmente una Madonna in trono, Paolo, Giovanni Evangelista, Agata, Lorenzo, Lucia.
Nell’ottobre 1920 una Santa Caterina passa in vendita Von Hessel a Francoforte, mentre una Santa Margherita, attribuita a Defendente Ferrari, viene venduta all’Asta Vieweg-Brauschweig di Berlino nel 18 marzo 1930.
Nel 1951 otto tavole compaiono nella vendita Burton del 4 maggio presso Christie's, con attribuzione a Macrino d'Alba. Nel 1966 è Pietro Accorsi ad acquistare da Giovanni Agnelli otto tavole con santi a figura intera. Nello stesso anno, di queste otto, l’antiquario torinese riesce a venderne due, per la cifra di 9 milioni di lire, a un collezionista privato, mentre nel 1967 ne vende altre tre (San Pietro, San Lorenzo e Santa Lucia) al Museo Civico di Torino. I restanti santi, ancora oggi, risultano in collezioni private.
In mostra fino al 26 gennaio 2023
Fino al 26 gennaio, in occasione della mostra “Rinascimento privato”, la nuova tavola potrà essere ammirata accanto ai santi Giovanni Evangelista, Lorenzo e Agata, già esposti.
Proprio a Defendente Ferrari è dedicata l’ultima delle sezione della mostra temporanea. Autore di polittici e pale d’altare, era noto per il suo stile ricco di preziose decorazioni che derivavano dalla tradizione nordica. Alla Fondazione Ometto Accorsi sono presenti altre importanti opere: “La Natività”, “Il Bacio di Giuda”, ma anche diverse pale con i santi quali Santo Stefano.