Torino rinnova il patto di condivisione con i rappresentanti delle Comunità Islamiche, che oggi si amplia anche alla Città Metropolitana. Nel 2016 il capoluogo piemontese è stata la prima città in Italia a dotarsi di un questo strumento, anticipando su base locale il ‘Patto Nazionale per un Islam italiano’, siglato nel 2017 dal Ministro dell'Interno e dai rappresentanti delle comunità islamiche.
La strada del dialogo
"In alcune realtà del Torinese - ha sottolineato l'assessore all'Integrazione Gianna Pentenero - si sono create dei centri islamici: è giusto inserirli, rafforzando la rete di condivisione e conoscenza. Questo patto va nella direzione del dialogo e costruzione di rapporti più solidi". A farle eco la consigliera della Città Metropolitana Valentina Cera, che ha sottolineato come "la strada del dialogo sia quella giusta: si ha paura solo di quello che non si conosce".
A Torino oltre 40mila musulmani
Presenti alla firma del patto i rappresentanti di 26 comunità islamiche, provenienti da tutta la provincia. All'ombra della Mole, come ha ricordato Walid, del Centro culturale islamico di Torino Mohammed VI, ci sono: "circa 40mila musulmani". I 21 centri islamici attivi nella nostra città "svolgono un ruolo fondamentale di presidio del territorio, sono un punto di riferimento per i cittadini, spirituale e sociale".
I commenti
Brahim Baya, dell' Associazione Islamica delle Alpi, ha chiarito come il "patto rappresenti un momento di cittadinanza attiva, in cui la comunità islamica diventa parte della città". "Torino - ha sottolineato il sindaco Stefano Lo Russo - è fondamentalmente costruita sull' immigrazione. Oggi siamo qua per firmare un patto di condivisione triennale, che alla luce dello spirito del tempo prova ad andare oltre le differenze. In un difficile momento globale vogliamo condividere una comune base valoriale, scommettendo sulla capacità delle istituzioni e associazioni di fare rete e rispettarsi".