La modifica alla legge sulla semplificazione urbanistica del maggio 2022 è stata approvata nell’Aula del Consiglio regionale a maggioranza. Il Disegno di legge 267 è stato presentato dalla Giunta regionale in seguito all’impugnativa da parte del Consiglio dei Ministri del testo iniziale.
Dopo numerosi momenti di confronto tra il promotore della legge, il consigliere Valter Marin e gli uffici dei diversi Ministeri interessati, si è arrivati a una diversa formulazione di 14 articoli, che ha soddisfatto entrambe le parti, soprattutto sul riuso edilizio, la riqualificazione di edifici già esistenti e la rigenerazione urbana.
Restano invece in sospeso i sette articoli della legge ancora oggetto dell’impugnativa del Governo: su questi si pronuncerà nei prossimi mesi la Corte Costituzionale. Tali articoli si riferiscono all’adeguamento da parte dei Comuni dei singoli Piani regolatori al Piano paesaggistico regionale.
“La sentenza della Corte Costituzionale – ha affermato il consigliere Marin, relatore di maggioranza – farà chiarezza su alcuni aspetti delle competenze delle regioni, tra le quali a mio parere c’è l’urbanistica. Questa legge serve a tutti per capire, la chiarezza della norma è indispensabile”.
Francesca Frediani (M4o), relatrice di minoranza, ha sottolineato: “Si tratta di una materia molto tecnica che ha varie criticità. Attendiamo il pronunciamento della Corte. Quello che più ci preoccupa è la situazione di incertezza in cui si trovano ora i Comuni e i cittadini”.
Maurizio Marello (Pd), relatore di minoranza, ha affermato: “Ormai ne stiamo parlando da due anni e mezzo. Su 51 articoli ben 29 sono stati impugnati, cioè quelli che scardinano il sistema fondato sulla legge Astengo 56/1977 che mirava al recupero del patrimonio edilizio. Con questa legge avete sfidato le regole della Costituzione ed i principi fondamentali dell’urbanistica: semplificare non è togliere le regole, senza le regole c’è il caos delle costruzioni, come negli anni ’50. Ora c’è grande incertezza: se la Corte darà torto alla Regione Piemonte la legge cesserà i suoi effetti sin dall’inizio e questo porterà a gravi problemi per i Comuni e per i cittadini”.
Il capogruppo della Lega, Alberto Preioni, ha ribattuto: “Non ci crea imbarazzo che sette articoli possano essere discussi dalla Corte, noi siamo regionalisti e a casa nostra l’urbanistica vogliamo gestirla noi. Non c’è rischio cementificazione, la legge riguarda soprattutto il riuso. Questo provvedimento, al contrario, ridurrà le nuove costruzioni. Non vogliamo colate di cemento, vogliamo dare risposte ai cittadini. Tuteliamo ciò che è già edificato. Aspettiamo serenamente il giudizio della Corte. Inoltre, abbiamo un piano paesaggistico che sta bloccando la parte migliore del Piemonte, per questo molti Comuni non lo hanno seguito”.
Al termine Paolo Ruzzola ha ribadito il voto favorevole di Forza Italia: “Questa è una delle leggi più importanti perché introduce elementi di flessibilità e di semplificazione. Molti di noi siamo stati amministratori locali e cerchiamo di dare risposte ai cittadini. Anche a noi interessa il risparmio del suolo, quindi se in una casa esistente si può trovare più spazio per ricavare una cameretta e un bagno tanto meglio! Abbiamo inserito tanti interventi di buon senso in questa legge”.
Silvio Magliano (Moderati) ha poi sostenuto la necessità di superare il Piano paesaggistico sul tema delle vasche terapeutiche per l’idroterapia per i disabili. “Sono contento che si vada a sentenza: noi chiedevamo di andare in deroga per poter costruire queste vasche, che non sono certo piscine”.
Nella discussione sono intervenuti anche i consiglieri Giorgio Bertola (Europa Verde) e Silvana Accossato (LUV).