I torinesi sono sempre meno attenti alla loro salute? A lanciare l’allarme è l’ultima ricerca dell’Osservatorio Sanità di UniSalute, svolto in collaborazione con Nomisma. L’indagine, che periodicamente sonda l’attitudine alla prevenzione degli abitanti del Bel Paese e di varie città italiane, ha riscontrato infatti come il numero di torinesi che svolgono controlli regolari sia diminuito nettamente rispetto all’anno scorso, in controtendenza rispetto alla media nazionale e anche alle altre città oggetto dello studio.
Solo uno su tre
Dichiara infatti di monitorare la propria salute attraverso esami e visite di prevenzione solo il 33% dei torinesi, precisamente uno su tre. Il dato è ben più basso del 42% registrato nel 2022, e inferiore alla media nazionale del 41%, che - al contrario - risulta in crescita rispetto alla rilevazione precedente. Aumenta, invece, la percentuale di torinesi che dice di curarsi solo quando comincia a soffrire di un disturbo o di una malattia - che si impenna dal 36% al 48% - mentre resta sostanzialmente stabile la quota di chi dice di non fare nulla di particolare per tutelare la propria salute (9%, contro il 10% dell’anno scorso).
Sangue e urine
Andando ad approfondire i singoli esami, le analisi del sangue risultano il controllo più effettuato: lo hanno svolto nell’ultimo anno circa tre torinesi su quattro (74%). Al secondo posto l’esame delle urine, che più di uno su due (54%) ha effettuato negli ultimi 12 mesi. Appaiono invece più trascurati altri esami importanti, come la visita dermatologica per il controllo dei nei: nonostante la crescente pericolosità dell’esposizione eccessiva ai raggi solari, due torinesi su tre (66%) dichiarano di aver fatto l’ultima visita di questo tipo “molti anni fa”, o addirittura di non averla mai fatta, e solo il 17% l’ha svolta negli ultimi 12 mesi.
Guardando al campione femminile, inoltre, emerge come poco più di un terzo (39%) delle donne torinesi si sia sottoposta a una visita ginecologica nell’ultimo anno, con più di una su quattro (28%) che addirittura non ha mai svolto questo controllo o non lo effettua da molti anni. Di conseguenza, soltanto il 32% dice di essersi sottoposta a un Pap test negli ultimi 12 mesi.
Colpa dei tempi d'attesa
Per concludere l’indagine, UniSalute ha infine sondato le ragioni per cui gran parte dei torinesi sceglie di non fare prevenzione. Da quanto emerso, la difficoltà ad accedere alle cure risulta un ostacolo importante: tra chi non ha svolto alcun controllo nell’ultimo anno, ben il 21% dà come motivazione i tempi di attesa troppo lunghi, e il 20% i costi troppo elevati. Ma c’entra anche una scarsa cultura della prevenzione, tanto che le motivazioni più citate sono la tendenza a fare visite solo quando ci si sente poco bene (29%), e soprattutto la convinzione di non avere bisogno di fare controlli (30%).