Un record che porta, ancora una volta, Torino al vertice del design italiano. A valorizzare ancora di più il ruolo della nostra città è il fatto che a ottenerlo sia stata una non profit che progetta soluzioni innovative per persone con disabilità: stiamo parlando di Hackability, che per la 4° volta consecutiva è stata inserita nell'ADI Design Index, pubblicazione annuale dell'Associazione per il Disegno Industriale che raccoglie i migliori progetti realizzati sul territorio nazionale.
I progetti premiati
I progetti premiati a Milano sono 2: “Dolly”, oggetto per l'impugnatura di forchetta e coltello adatto a persone che hanno difficoltà di presa, e “Sherlock”, “concierge elettronico” in grado di dare informazioni su stanze d'albergo e siti turistici a persone cieche e ipovedenti grazie a un sistema di audiodescrizioni. Entrambi sono stati sviluppati da terapisti occupazionali in collaborazione con persone con disabilità: il primo all'interno del laboratorio di prototipazione creato all'interno dell'Unità Spinale Unipolare di Torino grazie al progetto Tech4Care sostenuto da Fondazione CRT e da una campagna di crowdfunding, il secondo all'interno dell'Hub for Makers and Student della LUISS di Milano in collaborazione con ANS Associazione Nazionale Subvedenti e con il supporto della Fondazione Giacomo Brodolini.
Una mostra a Shanghai
Ma non finisce qui, perché Hackability in questi giorni ha anche ottenuto riconoscimento internazionale: alcune delle sue creazioni, infatti, sono state selezionate dall'ADI Design Museum e dall'Istituto Italiano di Cultura in una lista di 100 progetti premiati con il “Compasso d'oro” per partecipare a una mostra organizzata a Shanghai, in Cina. L'esposizione ha l'obiettivo di sottolineare l'importanza del design italiano nel mondo e si svolge alla Bund 18 Jiushi Art Gallery: “I risultati degli ultimi anni - commenta il coordinatore di Hackability Carlo Boccazzi Varotto – ci permettono di coinvolgere nei nostri progetti sempre più giovani e ci danno l'opportunità di condividere il nostro approccio fatto di co-progettazione e di collaborazione sia con le persone con disabilità che con i caregiver, a dimostrazione del fatto che il design può rappresentare uno strumento importante non solo per l'innovazione, ma anche per l'impatto sociale”.