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Economia e lavoro | 06 dicembre 2023, 14:52

Stellantis, ora anche Cirio va in pressing: "Produca più veicoli a Mirafiori, invece di mettere gli stabilimenti in vendita online"

Il governatore ha preso parte al Tavolo organizzato a Roma dal ministro Urso. "Solo il 20% degli incentivi viene usato per auto italiane, eppure sono soldi dei contribuenti"

stabilimento auto a Mirafiori

Ora anche la Regione chiede a Stellantis di aumentare la produzione a Mirafiori

I sindacati, da tempo (Fiom per prima, seguita poi da Uilm e Fim). In tempi recenti addirittura l'arcivescovo di Torino, Roberto Repole, sulla scia dell'impegno sociale del predecessore, Cesare Nosiglia. Adesso anche il governatore del Piemonte, Alberto Cirio. Si stringe l'assedio intorno a Stellantis, nel giorno in cui - a Roma - il ministro per le Imprese e il Made in Italy, Adolfo Urso, ha convocato il tavolo sull'auto.

Solo il 20% degli incentivi va in auto italiane

Nonostante iniziative come l'inaugurazione dell'hub europeo per il riciclo, l'incertezza sul futuro delle quartro ruote sul territorio torinese si fa palpabile. E questa volta anche il presidente della Regione ha usato parole piuttosto severe, all'indirizzo del Lingotto. “Solo il 20% degli incentivi messi in campo per sostenere il mercato dell’auto viene usato per acquistare auto italiane ed è inaccettabile visto che sono soldi dei cittadini italiani. L’unica soluzione è quindi aumentare le auto che Stellantis produce in Italia, a partire da quelle prodotte nello stabilimento di Mirafiori che, anni fa produceva il totale delle auto che vengono fatte oggi in Italia e invece oggi raggiunge appena i 100 mila veicoli”.

Dunque, dopo gli ultimi mesi trascorsi a ribadire come le mosse del Gruppo automobilistico fossero comunque legate a un vero e proprio contratto di impegni siglati con Comune e Regione, ora Cirio va in pressing. "Serve l’impegno di tutti per rilanciare la produzione e arrivare almeno al primo obiettivo di produrre un milione di veicoli in Italia, assegnare a Mirafiori un secondo modello e ancorare a questo territorio la ricerca e lo sviluppo”. E punzecchia Stellantis: "Eviti scivoloni comunicativi come la vendita degli stabilimenti del gruppo sulle piattaforme immobiliari online, perché il rischio concreto è che nell’opinione pubblica si faccia strada l’idea del disimpegno del gruppo in Italia, quando invece abbiamo bisogno di un’industria dell’automotive forte, che crede nell’Italia, nei suoi stabilimenti e nel potenziale della sua manodopera per cui chiediamo non solo la piena occupazione, ma anche la sua crescita”. 

Un appello cui si associa anche l’assessore regionale alle Attività produttive, Andrea Tronzano: “Stellantis ha la grande responsabilità di dare continuità a una storia secolare legata all'auto. Dobbiamo dare certezze alla nostra filiera che chiede chiarezza sull'impegno del gruppo in Piemonte. Confidiamo che il lavoro sinergico tra le Regioni, il ministro Urso e Stellantis possa portare ad aumentare la produzione di auto in Italia e in Piemonte”.


[Il tavolo dell'automotive a Roma, questa mattina]

Un milione di veicoli all'anno, a partire da Panda e 500bev

E sul fronte sindacale, non mancano le reazioni alla riunione di questa mattina. “I tempi sono stretti – commenta il segretario generale Fismic Confsal, Roberto Di Maulo -, il percorso proposto dal Ministro Urso è positivo e parteciperemo con spirito costruttivo, ma al momento gran parte del lavoro è ancora tutto da fare. L’obiettivo di 1 milione di autoveicoli da produrre in Italia è raggiungibile solo se comprensivo dei veicoli commerciali e salvaguardando il futuro delle produzioni della 500 BEV e della Panda. Abbiamo chiesto al Governo tempi stretti e compagini qualificate per arrivare presto a una politica di sostegno industriale che consenta insieme alle infrastrutture sul territorio di procedere nella transizione ecologica senza penalizzare i cittadini e l’occupazione nazionale”.

La Fiom è disponibile al confronto volto al raggiungimento di un accordo per la transizione tra Governo, Stellantis, Regioni e organizzazioni sindacali, ma le condizioni devono essere chiare e i finanziamenti pubblici, dichiarati dal MIMIT con il fondo per l’automotive di 6 miliardi e altre risorse europee, devono essere vincolati a garantire la produzione in tutti gli stabilimenti, la ricerca e sviluppo e l'occupazione, anche a supporto dell'intera filiera della componentistica", sottolineano Michele De Palma, segretario generale Fiom-Cgil e Samuele Lodi, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile settore mobilità. "Se non ci saranno le condizioni, ci troveremo all'opposizione di qualsiasi scelta che non risponde alle nostre richieste. Stellantis ha aperto alla possibilità di arrivare a produrre in Italia 1 milione di veicoli. Ma per la Fiom l’obiettivo da raggiungere è di 1 milione di autovetture e non meno di 300 mila veicoli commerciali leggeri, da verificare nel concreto, visto che le lavoratrici e i lavoratori di quasi tutti gli stabilimenti sono in cassa integrazione

Fiom: "Attirare a Torino nuovi produttori di auto"

E il segrerario generale per Torino e provincia di Fiom Cgil, Edi Lazzi, aggiunge insieme a Gianni Mannori, responsabile Mirafiori : "Purtroppo per Mirafiori non ci sono novità su nuove produzioni. Questo significa che la cassa integrazione continuerà e il futuro si prospetta sempre più a tinte fosche. Dopo questo nulla di fatto e le condivisibili dichiarazioni del vescovo di Torino sulla situazione cittadina, pensiamo sia davvero giunto il momento di mettere in atto una speciale commissione con le organizzazioni sindacali e le imprese, insieme alle istituzioni locali, che abbia il compito di individuare soluzioni per il rilancio economico della nostra città, continuando a chiedere a Stellantis precisi impegni per il territorio. Penso anche che sia necessario ricercare nuovi produttori di autoveicoli che se venissero a Torino troverebbero tutte le condizioni favorevoli per fare un buon business".

Uilm: "Usare i fondi anche per sostenere le imprese dell'indotto"

"Chiediamo che si passi dalle dichiarazioni di principio ai fatti concreti", aggiungono Rocco Palombella, segretario generale Uilm e Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm responsabile del settore auto. "Abbiamo già raggiunto l’obiettivo di definire una missione industriale per tutti gli stabilimenti italiani, da ultimo con i cinque modelli di Melfi, con la piattaforma Large di Cassino e con Il Green Campus a la Unità di economia circolare di Torino, ma speriamo che il tavolo ministeriale possa aiutarci a migliorare o comunque a chiarire alcuni aspetti importanti del piano industriale". "Le risorse ci sono - concludono -, ma vanno spese presto e bene e noi chiediamo che vengano impiegate anche a supporto delle imprese dell’indotto che stanno attraversando una fase di profonda difficoltà, sotto i colpi della concorrenza internazionale e del passaggio all’elettrico. Occorre incentivare le riconversioni industriali e rafforzare le tutele dei lavoratori, in termini sia di ammortizzatori sociali sia di riqualificazione professionale”.

Secondo il segretario nazionale Fim, Ferdinando Uliano, "serve una discussione sulla saturazione degli stabilimenti, sui modelli che in futuro saranno prodotti e su come aumenteranno volumi e investimenti in Ricerca e sviluppo. Per quanto riguarda i 6 miliardi rimasti, rispetto agli 8 miliardi che costituivano il fondo dell’auto, essi devono essere usati non solo per l’acquisto, ma per investire sull’offerta, sull’industria e sulla filiera della componentistica, che altrimenti rischierebbe di abbandonare l’Italia o di avere un forte ridimensionamento".

Il Governo ha intenzione di realizzare un grande piano, a sua volta suddiviso in 5 gruppi di lavoro, tavoli tecnici che potrebbero partire già dal mese di dicembre con l’obiettivo di costruire il futuro dell’Automotive in Italia: l’obiettivo è arrivare a produrre 1 milione di veicoli, a sostegno del quale Stellantis ha annunciato importanti progetti e garanzie nei confronti del nostro Paese con il sostegno del governo e importanti risorse che saranno messe a disposizione dal governo verso la transizione ecologica”,  ha dichiarato il Segretario Nazionale Ugl Metalmeccanici, Antonio Spera.

 

Massimiliano Sciullo

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