Per le vie di Torino, sotto i portici, lungo le sue arterie signorili ed austere o al centro delle sue numerose piazze, hanno solcato i propri passi alcune tra le più famose figure di spicco del panorama mondiale. Tra queste, il celebre scrittore russo Fedor Dostoevskij.
Ma il suo breve soggiorno nel capoluogo sabaudo fu puntellato da angosce che raccontò al fratello Mikhail (che lui chiamava Misha) in una lettera: "Tu dirai: come puoi giocarti gli ultimi soldi quando stai viaggiando con qualcuno che ami. Misha, amico mio! A Wiesbaden ho inventato un sistema di gioco, l'ho messo in pratica e ho vinto subito 10 mila franchi. La mattina dopo, per l'eccitazione, non sono stato fedele al mio sistema, e ho perso subito. La sera sono tornato di nuovo al mio sistema, con estremo rigore, e immediatamente e senza nessuno sforzo ho vinto 3 mila franchi. Dimmi quindi come potevo evitare di farmi trascinare, come potevo non credere che se avessi seguito quel sistema, la fortuna sarebbe stata nelle mie mani? E ho bisogno di soldi, per me, per te, per mia moglie, per la scrittura del mio romanzo. Quì si fanno vincite di migliaia [di franchi?] come se fosse uno scherzo. Sì, sono venuto quì con l'idea di salvare voi tutti e di tirarmi fuori dai guai. Non dire niente a nessuno della mia situazione. È un segreto. Le mie perdite, voglio dire."
Egli infatti, Don Giovanni dell'est e incallito giocatore amante
del rischio, era in viaggio per l'Europa con la sua amante Apollinarija Procof'evna Suslova. Dopo aver dilapidato tutti i suoi averi a causa del vizio del gioco, Dostoevskij confessò di essere giunto a Torino dove permase, nel 1863, per appena otto giorni con il solo scopo di scrivere un romanzo e di volersene allontanare al più presto. Non si sa se la sua ispirazione sia effettivamente nata a Torino o nel prosieguo del suo viaggio italiano, ma quel che è certo è che nel suo romanzo "Il giocatore" vi sono chiari riferimenti autobiografici e vicende accadutegli in quel periodo.
Il soggiorno torinese del celebre scrittore, a dispetto di quello che gli accadde, contribuì a dare lustro alla città di Torino ed al novero di personaggi importanti che, nel tempo, vi hanno fatto visita.