Il vento che soffia tra gli alberi, tra giochi di luce e ombre, e il dolce suono di un flauto che riecheggia tra le fronde, sono l'ispirazione del concerto Fougère, in calendario martedì 23 aprile al Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino. Protagonisti del nuovo appuntamento della stagione concertistica Profumi, dedicata ad esplorare il legame tra fragranze e musiche e come queste riescano, intrecciandosi, a evocare mondi, saranno gli Archi di OFT, guidati dal maestro concertatore Sergio Lamberto, e il flautista ginevrino Sébastian Jacot.
Primo flauto dei Berliner Philharmoniker, trentaseienne, Jacot è stato definito una rock star di questo strumento. A lui sarà quindi affidato il ruolo solista nel meraviglioso Concerto in sol maggiore di Carl Philipp Emanuel Bach. Cresciuto accanto al celebre padre Johann Sebastian, Carl Philipp Emanuel ebbe una carriera sfolgorante, immersa nella vita di corte ma senza esserne influenzato dal punto di vista compositivo. Il Concerto in sol maggiore per flauto, archi e basso continuo H 445 ne è una preziosa testimonianza, insieme alla passione per il flauto, che si dilettava a suonare. A questo strumento consegna un ruolo di grande eleganza, tra virtuosismi e melodie che amplificano il rapporto con l'orchestra.
Nella seconda metà del programma di Fougère, gli Archi proporranno la Serenata del compositore ottocentesco tedesco Carl Reinecke, un brano insieme brillante e lirico, in cui l’orchestra d’archi potrà far emergere tutte le proprie peculiarità.
Come tradizione da alcuni anni, il concerto in Conservatorio è aperto da un micro racconto ispirato al programma musicale e scritto appositamente per OFT dal giornalista e musicista Lorenzo Montanaro. La lettura del testo, per immergersi nell'atmosfera speciale del concerto, è affidata all’associazione liberipensatori “Paul Valéry” e all'Accademia di formazione teatrale Mario Brusa di Torino.
L'immagine che accompagna ogni singolo concerto di stagione è invece stata ottenuta con l’intelligenza artificiale. Utilizzando non il bagaglio sensoriale di ciascuno, personale e non sovrapponibile con quello altrui, ma le migliaia e migliaia di spunti rielaborati da questo “assistente virtuale”, si è cercato di rappresentare il più possibile una sensazione collettiva, proprio come accade con la musica quando la si ascolta insieme, in sala da concerto.
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