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Attualità | 16 agosto 2024, 08:00

C'era una volta un computer a Torino: la storia di Charles Babbage

L'informatica nasce nel capoluogo sabaudo?

Foto da Wikipedia

Foto da Wikipedia

L'inglese Charles Babbage è considerato da tutti il primo informatico della storia.

Non tutti sanno, però, che quando egli giunse a Torino nel settembre del 1840 in occasione del Secondo Congresso degli scienziati che si tenne presso l'Accademia delle Scienze e l'Università di Torino, era accompagnato da un suo amico piemontese, Fortunato Prandi.

Egli viveva esiliato a Londra a seguito di una condanna a morte per aver partecipato ai moti del 1821, ma proprio grazie alla sua amicizia con Babbage ottenne uno speciale salvacondotto per un breve ritorno in patria. Poco tempo dopo, Prandi venne graziato e divenne uno dei più grandi imprenditori del Regno.

Ma torniamo a Babbage.

Da una decina d'anni egli aveva accantonato l'insegnamento della Matematica presso l'università di Cambridge per dedicarsi anima e corpo al progetto ed alla realizzazione del primo calcolatore della storia. Babbage giunse a Torino, dunque, su invito di Giovanni Plana, astronomo del Re e futuro presidente dell'Accademia delle Scienze, per presentare alla comunità scientifica tutta il frutto del suo lavoro: egli, infatti, portò con sé un grosso baule contenente i disegni di alcune parti dell'Analythical Engine, o Macchina Analitica.

Tale vicenda è descritta nell'autobiografia di Babbage, 

 

intitolata "Passages from the life of a philosopher", redatta nel 1864.

Nella prima pagina del volume, in evidenza vi è la dedica al sovrano Vittorio Emanuele II, che può essere considerata come l'atto di nascita della nuova scienza: "Sire, nel dedicare questo volume a Sua Maestà, io compio un atto di giustizia nei confronti della memoria del Vostro illustre Padre. Nel 1840 il Re Carlo Alberto invitò i saggi d'Italia a riunirsi nella sua capitale. Su invito del suo più grande matematico, io portai con me i disegni e le spiegazioni dell'Analythical Engine. Essi furono ampiamente discussi e la loro validità fu riconosciuta dai più eletti figli d'Italia. Al Re, Vostro Padre, io devo il primo riconoscimento pubblico ed ufficiale di questa invenzione. Sono lieto di esprimere la mia riconoscenza a Suo Figlio, il Sovrano dell'Italia unita, il paese di Archimede e Galileo".

Per tornare a Plana, invece, avendo egli ricevuto il titolo nobiliare di barone, cedette il compito di descrivere il calcolatore ad un suo giovane collaboratore, Luigi Federico Menabrea. Il suo articolo venne presentato nel 1842 alla Bibliotèque Universelle de Genève e può essere considerato come il primo lavoro scientifico nel settore informatico.

Un episodio, quello di Babbage, che contribuì ad arricchire la storia di Torino con un ulteriore traguardo per la città, da ricordare ancora oggi.

 

 

Federica De Castro

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