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Eventi | 23 settembre 2024, 09:45

Opera Viva Barriera di Milano, in piazza Bottesini appuntamento con "Il bacio in bocca"

L'inaugurazione oggi alle 18.30

Opera Viva Barriera di Milano, in piazza Bottesini appuntamento con "Il bacio in bocca"

I ragazzi che si amano si baciano in piedi, contro le porte della notte / e i passanti che passano li segnano a dito / ma i ragazzi che si amano non ci sono per nessuno ed è soltanto la loro ombra / che trema nel buio / suscitando la rabbia dei passanti”.

I ragazzi che si baciano in Piazza Bottesini raccontano un amore o il loro gesto cela qualcos’altro?

Quest’anno il tema della 10° edizione di Opera Viva Barriera di Milano, il Manifesto, il progetto sul pre-esistente di Alessandro Bulgini, è dedicato al camouflage. Uno spazio urbano di 6x3 metri in Piazza Bottesini diventa un manifesto di pubblico dissenso nascosto in piena vista. Il sesto appuntamento è il 23 settembre alle 18:30, con l’opera “Il bacio in bocca” di Giuseppe Fittipaldi.

Dipinto, scolpito nel marmo, fotografato o sul grande schermo. Un simbolo di tenerezza, di affetto, l’incontro che suggella un amore. Ma anche preludio della fine, presagio di violenza e crudeltà, e ancora un atto politico, sovversivo, rivoluzionario. Quanti significati si nascondono dietro un gesto tanto umano e universale quanto spesso, ancora, polarizzante e divisivo? Cosa rappresenta un bacio?

Nel cinema, il primo bacio risale al 1896: il film era “The Kiss” di William Heise e l’erotismo del momento coincide con l’intervento della censura. Venti secondi di un gesto tanto semplice e ancestrale eppure così condannato, poiché trasgressivo delle regole e delle convenzioni della società dell’epoca. Nella storia umana si sono susseguiti altri baci, sempre meno sanzioni e più spazi di rappresentazione. Ne hanno scritto Catullo e Dante: il primo per dichiararsi all’amata, Lesbia; il secondo per smascherare gli amanti, i lussuriosi Paolo e Francesca. Li abbiamo visti nei dipinti di Hayez, di Schiele e di Klimt. Tra gli innamorati di Munch, di Toulouse-Lautrec, nelle sculture di Rodin, di Canova e di Gérôme, nell’iconografia vascolare greca. Sono scene che raccontano l’innocenza, il desiderio, ma anche la più alta forma d’amore, la filìa. I protagonisti di questi baci sono figure che si (con)fondono fino a perdere i confini in cui inizia l’uno e finisce l’altro; o sono immortalati nell’attimo prima di una promessa o di una condanna. Si pensi ancora al bacio di Guida a Gesù, episodio del Vangelo divenuto allegoria del tradimento e dell’inganno.

Dietro un bacio, quindi, si nascondono infinite possibilità e l’opera di Giuseppe Fittipaldi lo conferma. Il sesto camouflage di Opera Viva, il Manifesto è un ritratto in bianco e nero di due ragazzi che si baciano. Lo spettatore non conosce la loro identità, è piuttosto invitato a immaginare la loro storia. In questa inconsapevolezza è racchiuso il potenziale creativo o distruttivo dell’incontro. Quello tra i due è amore o il loro bacio denuncia qualcos’altro? I ragazzi che si baciano in Piazza Bottesini incarnano il presente, le categorie marginalizzate, il clima di intolleranza e censura della nuova “democratura”: l’autoritarismo mascherato da democrazia che si manifesta nel controllo, nelle azioni violente, negli sguardi e nelle parole spesso discriminanti. È proprio in questo panorama di rigidezza e chiusura che, dietro un bacio, si nasconde un atto politico, una forma di resistenza, di lotta e rivendicazione.

comunicato stampa

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