L’assessore Jacopo Rosatelli torna sulla questione della stanza dell’ascolto, ormai meglio conosciuta come la stanza anti-aborto, dell’ospedale Sant’Anna, davanti al quale sabato scorso si è tenuta la manifestazione organizzata da Non una di meno.
“Quella stanza poco frequentata, rimarrà tale - commenta a margine della conferenza stampa del festival Women & The City -. È stata messa una bandierina ideologica in un luogo di autonomia della donna. Le donne devono chiedere il permesso per decidere di se stesse, quando non dovrebbe essere così. È nato uno scontro molto acceso che non riguarda solo il nostro Paese. Questi umori reazionari si scatenano in tutto l’Occidente”.
Ed il tema è stato nuovamente affrontato in Consiglio Regionale, dove la consigliera regionale del PD Nadia Conticelli ha sollecitato l'assessore Regionale Maurizio Marrone. "Sabato - ha replicato l'esponente della giunta - si è verificata un'irruzione, una manifestazione sfociata in un occupazione non autorizzata di un pezzo di ospedale".
E sulla Stanza dell'Ascolto, Marrone ha ricordato: "La convenzione è tra associazioni e azienda ospedaliera: io ricordo che è un servizio del tutto volontario, a cui si ricorre spontaneamente". "Le informazioni su come accedere - ha proseguito - sono riportate sulle locandine affisse all'interno dell'ospedale e la Stanza è collocata fuori dall'area sanitaria, anche per ragioni di privacy: vi si entra poi solo su appuntamento".
"L’azienda ospedaliera monitorerà l'attività svolta dalle associazioni, fornendo poi dei dati. Le associazioni (pro-vita nrd) hanno assistito 108 donne, mentre 478 sono state aiutate a livello regionale con il Fondo Vita Nascente" ha concluso.