Il giorno dopo gli scontri e i disordini che hanno scandito la sera di giovedì, in alcuni luoghi nevralgici di Torino, è un racconto fatto di scritte, minacce rimaste impresse sui muri e chiazze di colore che, però, non portano nulla di allegro. Anzi.
Le scritte sui muri
“Ramy vive” e “Vendetta per Ramy” sono la sintesi più efficace dei sentimenti che hanno animato ieri sera la manifestazione di protesta per la morte a Milano del giovane caduto dallo scooter mentre scappava insieme a un amico, inseguito da alcune gazzelle dei carabinieri.
Protesta che presto è sfociata in disordini, con cariche da parte delle forze dell’ordine e uso di bombe carta e bastoni.
Due bersagli principali
Due dei bersagli finiti nel mirino dei manifestanti sono state la caserma Bergia, in piazza Carlo Emanuele e il comando di Polizia che si trova alle Porte Palatine. Proprio qui i segni della serata di ieri sono più evidenti, anche oggi che si è tornati alla normalità, con tanto di persone in coda per il rinnovo del passaporto.
Chiazze e segni
Ma le chiazze di colore arancione per terra e sui muri, insieme agli insulti alle forze dell’ordine e alle minacce, testimoniano di un’atmosfera sempre più tesa, in città, dove sempre più spesso le manifestazioni e i cortei sfociano in disordini e scontri.