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Cronaca | 08 maggio 2025, 12:50

Processo smog a Torino, Procura generale rinuncia al ricorso in appello

Prosciolti - tra gli altri - Sergio Chiamparino, Chiara Appendino e Piero Fassino

Processo smog a Torino, Procura generale rinuncia al ricorso in appello

La Procura generale del Piemonte ha rinunciato al ricorso in appello contro i proscioglimenti di sette amministratori (fra cui l'ex presidente della regione Sergio Chiamparino e gli ex sindaci Chiara Appendino e Piero Fassino) nel processo per smog a Torino: a riportarlo l'Ansa.

La Corte ha proclamato il ricorso, che era stato presentato dalla procura ordinaria, "inammissibile". I sette amministratori erano stati prosciolti dal giudice del tribunale Roberto Ruscello in sede di udienza predibattimentale.

 

Ad annunciare la rinuncia al ricorso è stato il Procuratore Generale Lucia Musti. In primo grado il reato ipotizzato per gli ex governatori, sindaci ed assessori era inquinamento ambientale colposo: l'impianto accusatorio sosteneva non fossero stati provvedimenti adeguati per contrastare lo smog a Torino.

L'iter giudiziario aveva preso il via dopo l'esposto di Roberto Mezzalama, diventato poi presidente del comitato Torino Respira.

“Facciamo fatica a comprendere le motivazioni che hanno indotto la Procura Generale a rinunciare all’impugnazione presentata da un altro Ufficio che per anni si è occupato di approfondire, sotto un profilo tecnico e giuridico, la tematica del grave inquinamento che affligge la nostra Città” commenta l’avvocato Marino Careglio, tra i difensori del Comitato Torino Respira.

Nel frattempo la Commissione Europea ha messo in mora lo Stato italiano per la mancata esecuzione della sentenza di condanna pronunciata dalla Corte di Giustizia Europea del 10 novembre 2020 per il “superamento sistematico e continuato dei valori applicabili alle microparticelle (PM10) in determinate zone e agglomerati italiani”, tra cui quello di Torino.

“Questo esito conferma dal mio punto di vista due cose. La prima è che la normativa italiana non permette di individuare le responsabilità degli amministratori per la morte prematura e le malattie di migliaia di cittadine e cittadini a causa dell'inquinamento atmosferico. La seconda è la tendenza di parte della magistratura di sminuire il rilievo dei reati anche gravi commessi dai "colletti bianchi" e di perseguire invece con tenacia chi cerca di proteggere l'ambiente. Faremo una riflessione sui prossimi passi, perché, paradossalmente, questa decisione apre altre possibilità di azione legale anche a livello europeo”, commenta Roberto Mezzalama, presidente del Comitato Torino Respira.

 

redazione

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