“Viviamo giorni di corrente impetuosa: dobbiamo individuare una rotta in un momento in cui mancano i riferimenti, anche quelli che pensavamo di avere”. Con queste parole il segretario generale Luca Caretti ha aperto i lavori del congresso di Cisl Piemonte.
Congresso numero 14, che fino a domani richiama al Centro Congressi del Lingotto una platea di 247 delegati, in rappresentanza di circa 261mila iscritti. Il tutto in un periodo storico per l’economia torinese e piemontese tutt’altro che semplice: da Stellantis (Maserati) a Italdesign, passando per Ilva e altre crisi o vertenze aperte. Senza dimenticare i temi della Sanità e della scuola, solo per citarne alcuni.
Tre le parole d’ordine, scelte per lo slogan 2025: contrattare, partecipare e innovare. In prima fila, tra gli altri, anche i segretari regionali di Cgil (Giorgio Airaudo) e Uil (Gianni Cortese). Una vicinanza sindacale che in Piemonte forse è più pronunciata che a livello nazionale.
“Rimanere ai tavoli, sporcarsi le mani”
La Cisl Piemonte arriva al congresso con una lunga scia di rinnovi delle segreterie all’interno delle categorie e dei territori. “Abbiamo deciso di rinnovare, creando spazi per i giovani. Ma abbiamo anche deciso di sporcarci le mani, senza populismi, rimanendo ai tavoli cercando di recuperare risultati, anche piccoli, ma che così non possono intestarsi altri che poi screditerebbero il mondo confederale”. “Vogliamo essere un sindacato che fa solo sindacato, mentre da destra ci definiscono di sinistra e viceversa”.
“Nuove sfide, nuovi strumenti”
“Mai come oggi, accanto alle sfide, ci sono però strumenti nuovi per affrontarli - sottolinea Caretti -. Serve un patto che difenda l’impresa, ma che porti anche alla redistribuzione salariale, altrimenti continueremo a vedere piemontesi che vanno all’estero. E serve rinnovare i contratti nazionali in maniera corretta, non come sta accadendo a metalmeccanici e sanità. E il salario minimo non può essere la soluzione”.
Sul tema stranieri, Caretti è netto: “Ci va buon senso, ma in mare come in montagna si aiuta chi è in difficoltà. Su questo non c’è dubbio. E ci sono professioni in cui è importante accogliere manodopera dall’estero, un po’ come il nostro progetto che abbiamo avviato con il Pakistan per le professioni sanitarie e non solo. La nostra società non può e non deve richiudersi su ste stessa”.
Stellantis e non solo
Rimanendo sull’attualità del territorio, Caretti elenca i tasti dolenti: “Stellantis deve andare oltre la 500 ibrida, soprattutto dopo la decisione di portare Maserati a Modena. Ma bisogna insistere anche su nuovi produttori, visto che Byd ha scelto l’Ungheria. Ma anche Ilva ci preoccupa, per il settore acciaio, così come Italdesign e Barry Callebaut. Accogliamo positivamente l’evoluzione di Diageo e crediamo si debba puntare su Aerospazio e difesa”.
Cassa integrazione: rifinanziare, ma anche aziende in salute che assorbono
Attenzione alta per quanto riguarda la cassa integrazione: “Va rifinanziata, per non perdere risorse e professionalità. Ma bisogna anche insistere sulla possibilità di integrare i salari dei cassaintegrati che fanno formazione. Ci sono aspetti da approfondire, ci aspettiamo di essere consultati. Serve poi un patto regionale per portare chi è in cassa integrazione verso quelle aziende e quei settori che invece sono in crescita”.
Referendum divisivo
Il referendum di inizio giugno? “È divisivo e rischia di lasciare macerie dove invece è necessario contrattare, visto che si tratta di tematiche oggetto di dibattito tra le parti sociali”.
Sanità e mondo rsa
Sul mondo della Sanità, infine, Caretti plaude all’idea di un nuovo Piano sociosanitario, “ma bisogna discutere di condizioni di lavoro, salari e ritmi che tutelino i lavoratori. Altrimenti saremo sempre senza personale, invece di alimentare gli ospedali e le reti di territorio”.
Sulle rsa, “si deve cambiare modello e se i 18 milioni vanno bene, dalla Regione, bisogna tutelare le strutture che rispettano i contratti regolari, ma anche chi sperimenta progetti come l’housing sociale. Le famiglie non ce la fanno più, a sostenere le rette”.
Lo Russo: “Più potere all’Europa, anche per la sfida dell’auto”
Tra gli ospiti, nella giornata inaugurale del congresso, anche il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo. “Il tema dei diritti dei lavoratori è al centro di un dibattito politico ampio - dice il primo cittadino -, pur con scenari internazionali che non si potevano prevdere fino a pochi mesi fa. È scattato un timer perché dobbiamo fare scelte come Paese in termini di alleanze, del ruolo all’interno dell’Unione europea dopo 80 anni di stabilità nelle relazioni internazionali nel Dopoguerra. Dobbiamo far fare un salto in avanti alla Ue: il processo di integrazione è andato avanti per stop & go, ma è necessario guardare al futuro concedendo porzioni di sovranità, visto il casino in cui ci stiamo trovando. Difesa, formazione, ma anche il destino dell’automotive: serve una battaglia politica e istituzionale per affrontare questi temi, altrimenti saremo spazzati via dagli scenari internazionali. Questo tocca anche i lavoratori di Torino: dobbiamo essere pragmatici”
Nella giornata di domani è previsto l’intervento della leader nazionale Daniela Fumarola.