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Attualità | 26 maggio 2025, 16:10

Il Poli si schiera: "Gaza, sdegno per il continuo massacro". E i medici solidarizzano con un lenzuolo: "I bimbi vittime sono nostri figli"

In una nota l'ateneo esorta i colleghi accademici israeliani a mobilitarsi affinché si giunga a una "pietà per le migliaia di esseri umani innocenti che soffrono". I camici bianchi si stringono invece alla collega al-Najjar

Il Poli si schiera: "Gaza, sdegno per il continuo massacro". E i medici solidarizzano con un lenzuolo: "I bimbi vittime sono nostri figli"

Il Politecnico si appella alla collaborazione con l'accademia israeliana per chiedere una mobilitazione in solidarietà a quanto sta avvenendo nella striscia di Gaza. È la prima volta che l'ateneo di Corso Duca degli Abruzzi prende una posizione così netta nei confronti del conflitto in corso, dopo le molte mobilitazioni studentesche che hanno avuto luogo a partire dallo scorso anno, sfociate anche in scontri e occupazioni.

Ad affermarlo il rettore Stefano Corgnati, la giunta, il senato accademico, il consiglio di amministrazione e tutta la comunità del Poli attraverso una nota dove esprimono "sdegno e riprovazione per il continuo massacro della popolazione civile a Gaza".

"Il Politecnico di Torino si è nei mesi scorsi contraddistinto per equilibrio e per il saldo rispetto dei valori del pluralismo e del garantismo, anche in recenti accadimenti con riferimento all’accusa di genocidio rivolta ad Israele da alcuni stati presso la Corte internazionale di giustizia - si legge -. Proprio in virtù dell’equilibrio e postura istituzionale riconosciutici, oggi riteniamo di fare appello a tutte le coscienze: senza in alcun modo dimenticare l’empio attacco di Hamas del 7 ottobre 2023, riteniamo che il massacro indiscriminato della popolazione civile in corso a Gaza e al quale quotidianamente assistiamo non possa essere tollerato".

"Esortiamo tutti gli attori che possono avere un ruolo ad attivarsi per porre fine a tale massacro - prosegue la comunicazione -. Esortiamo il nostro governo e le istituzioni dell’Unione europea ad attivarsi con tutti i mezzi disponibili alla diplomazia per raggiungere e garantire una pace giusta e duratura. Invitiamo l’accademia israeliana, con la quale intendiamo continuare ad avere solidi e proficui rapporti di collaborazione scientifica, a mobilitarsi nei modi e nelle forme consentiti dalla partecipazione democratica per chiedere al proprio governo di contemperare i legittimi obiettivi di sicurezza nazionale con la proporzionalità degli strumenti utilizzati a tali fini e soprattutto con la considerazione e la pietà per le migliaia di esseri umani innocenti che soffrono a Gaza."

La solidarietà dell'Ordine dei medici
Anche l'ordine dei medici scende in campo. E si dimostra completamente solidale con la dottoressa cui un bombardamento ha strappato quasi tutti i figli e ferendo il secondogenito e il marito in maniera molto grave. Un lenzuolo bianco è stato appeso nella sede dell’Ordine dei medici di Torino: “I bimbi vittime a Gaza sono i nostri figli”



E’ come se avessero ucciso i nostri bambini. Pietà per il popolo di Gaza, la  morte dei nove figli della dottoressa al-Najjar mentre lei era al lavoro in ospedale è un dramma nel dramma”.

Il lenzuolo bianco per le vittime di Gaza dopo gli ultimi terribili episodi di questa strage senza fine,  appeso oggi sul balcone della sede di corso Francia dell’Ordine dei medici di Torino,  riporta il grido di dolore della pediatra palestinese ed  esprime sgomento per quello che sta accadendo. Una condanna  senza appello a ogni attacco alle strutture sanitarie e agli ospedali nella Striscia di Gaza e a quello che appare un vero e proprio genocidio. “La violenza nei confronti dei sanitari è inaccettabile - dice  il presidente di Omceo, Guido Giustetto. Alle bombe si aggiunge la fame, la mancanza di cibo e la  carenza di farmaci e presidi sanitari per la cura dei malati. I medici sono preoccupati per  la sicurezza dei colleghi  e di tutto il  personale sanitario che opera con grandissima difficoltà e con eroismo a Gaza. “I figli di Alaa al-Najjar sono i nostri figli”.  

Da.Cap.

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