"E' un dolore assoluto, ripensando alle torture che ha subito mio fratello. Resta una ferita che sanguina ogni volta che ci penso". Maria Crsitina Soldi, la sorella di Andrea, ricorda così la tragedia che si è consumata esattamente dieci anni fa.
Nel 2022 la fine della vicenda giudiziaria
Una vicenda che ha visto nel 2022 chiudersi il lungo iter giudiziario, con la condanna definitiva nei confronti di un medico psichiatra e di tre agenti della Polizia municipale che intervennero per un Tso nei confronti di Andrea, 45enne che soffriva di disturbi schizofrenici.
Era il 5 agosto del 2015 quando il fratello perse la vita e Maria Cristina rievoca così quei momenti di immenso dolore: "All'inizio, quando ci è arrivata la notizia, ci siamo sentiti tutti quasi ubriachi, non riuscivamo a capire cosa era successo. Forse è morto di infarto, ci era stato detto dal medico: allora faceva molto caldo, lui era piuttosto grosso: abbiamo pensato che fosse stato davvero così". Ma già nelle ore successive la situazione ha cominciato a prendere una piega diversa: "Vedendo i suoi indumenti pieni di pipì, qualche dubbio è venuto a me e mio padre, poi un pò alla volta la verità è emersa, anche a seguito dell'autopsia. C'era qualcosa di anomalo, non si era trattato di un infarto".
Il ricordo di quei momenti drammatici
Sono iniziate le mille domande, sono partite le inchieste della magistratura e alla fine si è scoperto che non era stata una morte improvvisa "ma che il nostro Andrea era stato ucciso". Per questa storia quattro persone sono state condannate, tre di loro portano una uniforme, ma Maria Cristina si schiera dalla parte delle forze dell'ordine: "Io sono sempre stata una loro sostenitrice e lo sono ancora adesso. Non ho mai perso quella fiducia, durante gli anni del processo ho conosciuto carabinieri e agenti che mi hanno testimoniato la loro solidarietà, la stragrande maggioranza sono tutte persone perbene. Io ce l'ho solamente con quelle tre che sono state responsabili della morte di Andrea e che non mi hanno mai chiesto perdono".
L'appello rivolto ai giovani e ai ragazzi di oggi
E per spiegare cosa sia rimasto, a dieci anni di distanza da quella tragedia, la sorella di Andrea Soldi si rivolge ai più giovani: "I ragazzi devono abbattere ogni dogma sul disturbo mentale, soprattutto in età adolescenziale. Devono essere sempre più aperti e mai voltarsi dall'altra parte di fronte ai certi episodi. Non si deve considerare pazzo chi soffre di problemi di natura psicologica, ma averne il massimo rispetto: non è una persona violenta o pericolosa, se talvolta vive certi momenti".
E guardando al futuro Maria Cristina conclude dicendo: "Serve uno psicologo fisso in tutte le scuole, se possibile in tutte le classi. Perché nel corso degli anni i casi di ragazzi con problemi e disturbi mentali sono aumentati, ma per fortuna è aumentata anche la consapevolezza di questo fenomeno. Spero che anche le forze dell'ordine vengano formate in modo da saper trattare nel modo adeguato episodi del genere". Perché non ci siano altre morti come quella di Andrea Soldi.