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Cronaca | 10 agosto 2025, 11:03

Abdou affogato in Tanaro a Verduno, la Procura dei Minori indaga uno degli amici: "Fu lui a gettarlo in acqua"

La tragedia lo scorso 22 aprile alla spiaggia dei Cristalli. L'ipotesi è di omicidio volontario con dolo eventuale. Trasferito in una comunità il 15enne respinge con fermezza questa ricostruzione

Le ricerche del 13enne alla Spiaggia dei Cristalli

Le ricerche del 13enne alla Spiaggia dei Cristalli

Omicidio volontario con dolo eventuale. Questa l’ipotesi d’accusa che la Procura dei Minori di Torino ha avanzato nei confronti di un quindicenne, parte del gruppo di amici che lo scorso 22 aprile partecipò alla gita alla spiaggia dei Cristalli di Verduno dalla quale non fece ritorno Abdou Ngom, tredicenne che in quella mattinata venne inghiottito dalle acque del Tanaro e il cui corpo non è stato più ritrovato.

Noto il fatto. Nato a Bra, allievo di terza media alla Scuola Piumatti in attesa di frequentare a settembre il corso di termoidraulica alla scuola professionale dei Salesiani, Abdou era il secondo dei quattro figli di una coppia di origine senegalese che da anni si è stabilita ai piedi della Zizzola.

Quel mattino, il martedì dopo Pasquetta, insieme a tre amici, anche loro di origine straniera, si era recato in bicicletta nella piccola spiaggia sul fiume in regione Gorei di Verduno, alle spalle del cantiere dell’Asti-Cuneo. Furono i compagni a lanciare l’allarme: Abdou, che non sapeva nuotare, era scivolato nelle acque gelide del Tanaro ed era stato trascinato via dalla impetuosa corrente di un fiume ingrossato e reso torbido dalle piogge cadute dei giorni precedenti.

Seguirono ricerche che non diedero esito, col coinvolgimento di sommozzatori dei Vigili del Fuoco, elicotteri e droni, con squadre di soccorritori provenienti anche da Lombardia, Emilia e Toscana e il coinvolgimento di diverse associazioni di volontari.

Ora un’evoluzione non completamente inattesa, ma tanto delicata quanto questa vicenda risulta dolorosa per tutti i suoi attori.

Gli accertamenti compiuti dalla Compagnia Carabinieri di Bra e dalla Procura minorile torinese tramite il ricorso a intercettazioni ambientali, il sequestro degli smartphone in uso al gruppo di amici, l’esame delle conversazioni tenute dagli stessi tenute via chat e il confronto delle versioni rese dagli stessi ragazzi hanno convinto gli inquirenti a voler verificare la possibilità che Abdou non sia caduto in acqua in seguito a una sua leggerezza, per essersi volontariamente spinto in un punto dal quale sarebbe poi scivolato, trascinato via dalla corrente, ma che in acqua sia stato invece buttato da uno dei componenti il gruppetto.

L’ipotesi riportata dal capo d’accusa è quella dell’omicidio con dolo eventuale: di un atto il cui autore, pur non volendo cagionare direttamente la morte di un altro soggetto, ha messo in conto il possibile verificarsi di tale conseguenza, ne ha accettato il rischio.

Il ragazzo, quindicenne, si trova in una comunità, sottoposto a misura cautelare. Difeso dagli avvocati Piermario Morra e Giuseppe Vitello, nega con fermezza questa ricostruzione, di essere stato lui ad avere spinto in acqua l’amico nonostante le proteste e l’opposizione di quest’ultimo.

Ezio Massucco

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