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Attualità | 16 agosto 2025, 07:20

Duecento anni di luce: Torino, la prima città che si illuminò… di gas

Dall’epoca della guerra ibrida energetica un tuffo nel passato quando il capoluogo piemontese portò innovazione sancendo un primato scalfito negli annali

Foto di Gigi C. - Flickr

Foto di Gigi C. - Flickr

La città di Torino, nel corso della sua storia, ha collezionato numerosissimi primati che hanno contribuito ad impreziosirne i memoriali. Tra questi, il fatto di essere stata la prima città in Europa a dotarsi di un sistema di illuminazione a gas.

Siamo nel 1837. L'architetto Carlo Gabelli e l'ingegner Gautier, per edificare una fabbrica che assolvesse allo scopo, cercavano una sede che avesse particolari requisiti: distanza di almeno trecento metri dal caseggiato, grande disponibilità idrica e prossimità alle principali arterie stradali di provenienza portuale genovese recanti carbonio.

Scelsero una sede nei pressi della stazione ferroviaria di Porta Nuova, nell'isolato compreso tra i corsi Stati Uniti e Montevecchio e le vie Sacchi e San Secondo. A seguito degli accordi con il municipio per la posa delle tubazioni nel sottosuolo, iniziarono i lavori di costruzione della fabbrica che comprendeva un edificio per gli uffici della Compagnia e le abitazioni del personale reperibile, i depositi di combustibile, i macchinari di distillazione del gas dal carbone e i gasometri per la conservazione e la distribuzione del prodotto finito.

Così, quello stesso anno nacque la Compagnia per l'illuminazione a gas della città di Torino, fondata con capitali francesi e torinesi. La prima produzione comprendeva candelabri semplici o a bracci multipli nelle strade principali e nelle piazze, a braccio a parete nelle vie secondarie e lampioni appesi alle catene delle volte sotto i portici.

Si dovettero attendere un paio d'anni, però, per l'entrata in funzione della prima conduttura a gas. Il suo percorso si snodava lungo l'ex piazza del Re (l'attuale piazza Carlo Felice), l'ex via Nuova (attuale via Roma) fino a piazza Castello, dove subiva una biforcazione: da un lato l'ex via Dora Grossa (attuale via Garibaldi) e, dall'altro, via Po fino a piazza Vittorio. Nel decennio 1850-1860, 170 lampioni ad olio vennero soppressi e sostituiti con 712 elementi a gas.

Tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento il primo stabilimento venne smantellato e nel 1972, in occasione dell'edificazione del nuovo stabile, furono rinvenute le fondamenta dei gasometri.

Federica De Castro

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