La città di Torino, nel corso della sua storia, ha collezionato numerosissimi primati che hanno contribuito ad impreziosirne i memoriali. Tra questi, il fatto di essere stata la prima città in Europa a dotarsi di un sistema di illuminazione a gas.
Siamo nel 1837. L'architetto Carlo Gabelli e l'ingegner Gautier, per edificare una fabbrica che assolvesse allo scopo, cercavano una sede che avesse particolari requisiti: distanza di almeno trecento metri dal caseggiato, grande disponibilità idrica e prossimità alle principali arterie stradali di provenienza portuale genovese recanti carbonio.
Scelsero una sede nei pressi della stazione ferroviaria di Porta Nuova, nell'isolato compreso tra i corsi Stati Uniti e Montevecchio e le vie Sacchi e San Secondo. A seguito degli accordi con il municipio per la posa delle tubazioni nel sottosuolo, iniziarono i lavori di costruzione della fabbrica che comprendeva un edificio per gli uffici della Compagnia e le abitazioni del personale reperibile, i depositi di combustibile, i macchinari di distillazione del gas dal carbone e i gasometri per la conservazione e la distribuzione del prodotto finito.
Così, quello stesso anno nacque la Compagnia per l'illuminazione a gas della città di Torino, fondata con capitali francesi e torinesi. La prima produzione comprendeva candelabri semplici o a bracci multipli nelle strade principali e nelle piazze, a braccio a parete nelle vie secondarie e lampioni appesi alle catene delle volte sotto i portici.
Si dovettero attendere un paio d'anni, però, per l'entrata in funzione della prima conduttura a gas. Il suo percorso si snodava lungo l'ex piazza del Re (l'attuale piazza Carlo Felice), l'ex via Nuova (attuale via Roma) fino a piazza Castello, dove subiva una biforcazione: da un lato l'ex via Dora Grossa (attuale via Garibaldi) e, dall'altro, via Po fino a piazza Vittorio. Nel decennio 1850-1860, 170 lampioni ad olio vennero soppressi e sostituiti con 712 elementi a gas.
Tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento il primo stabilimento venne smantellato e nel 1972, in occasione dell'edificazione del nuovo stabile, furono rinvenute le fondamenta dei gasometri.