Sempre più rifiuti in Piemonte, e sempre più rifiuti indifferenziati. Ne parla al Podcast a Domicilio il presidente dell'Autorità Rifiuti Piemonte Paolo Foietta, che fotografa la situazione regionale e spiega cosa può fare il singolo cittadino per migliorarla.
Negli anni passati, dice Foietta, la tendenza era stata un contenimento dei rifiuti prodotti in Piemonte, "ma per la prima volta, nel 2024, abbiamo avuto un incremento di quasi 100 mila tonnellate". L'effetto, spiega, è l'aumento dei prodotti indifferenziati, proprio perché il riciclo della differenziata non riesce a tenere il passo dell'aumento in corso.Nel 2023 in Piemonte erano state prodotte 686 mila tonnellate di rifiuto indifferenziato, oggi salito a 692 mila tonnellate. L'aumento pro capite è stato da 161,6 chilogrammi per abitante a 162,7 kg/ab. L'obiettivo regionale per il 2035 sarebbe di raggiungere l'82% di raccolta differenziata e 90 kg/ab di indifferenziato, molto difficile a questi ritmi.
Foietta spiega come il problema dei rifiuti si distribuisca su tre livelli: nazionale, regionale e personale. "Serve una politica nazionale per la riduzione dei rifiuti - dice - poi a livello regionale politiche come sostegno alle iniziative e incentivi ai consorzi affinché facciano più raccolta differenziata e meglio. Infine per i cittadini bisogna incentivare i comportamenti virtuosi, come la riduzione dei rifiuti organici nei contesti non urbani".
Cosa possono fare i singoli cittadini è sicuramente stare più attenti a differenziare bene. Se un lotto di raccolta differenziata ha una frazione estranea al suo interno, rischia di finire tutto nell'indifferenziato, vanificando il riciclo. Se per la carta e il vetro questo solitamente non rappresenta un problema, lo è invece per la plastica: "Il problema sono i prodotti di plastica che non sono imballaggi: la differenziata della plastica è una raccolta solo degli imballaggi, tutti gli altri oggetti di plastica come giocattoli, tavoli rotti o altro vanificano la raccolta del resto".
Al centro dell'intervista anche l'ampliamento del termovalorizzatore del Gerbido di Torino. "La quarta linea del Gerbido - spiega Foietta - doveva coprire quei territori come la provincia di Novara e le province di Asti, Alessandria e Cuneo che effettuano il trattamento meccanico biologico sui rifiuti che poi vanno in discarica. A oggi il termovalorizzatore è la soluzione più sicura dal punto di vista ambientale, rispetto alla discarica. L'unica strada è comunque limitare la produzione del rifiuto totale".
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