Qualche settimana fa ci siamo intrufolati nella serata organizzata dai ragazzi di Belfiore 9 alla ricerca di nuovi artisti torinesi, ne abbiamo scovati due. I primi ve li abbiamo fatti conoscere, ora tocca al cantautore Bandini. Lui definisce il suo far musica un’avventura. Ama scrivere i suoi testi dopo piccole epifanie o seguendo l’ispirazione del momento, stessa cosa per la musica che accompagna le parole.
Come è nato Bandini?
Bandini è nato perché in una certa fase della mia vita sentivo il bisogno di esprimere qualcosa di diverso rispetto alla scrittura autoreferenziale. Suonavo sia da solo che in band sin da piccolo, così mi sono messo a scrivere delle canzoni. In realtà tutto è nato da un periodo un po’ pazzo, d’ispirazione forse eccessiva. Questi due fattori hanno dato vita a Bandini, che non è un progetto ma un avventura.
Scrivi tu i testi e componi la musica?
Praticamente faccio tutto io, diciamo al 95%. Ho collaborato con amici e altri artisti per la stesura di alcuni testi ma tendenzialmente parte tutto da me.
Come nasce un tuo testo?
Non c’è una regola vera e propria. Ho sempre pensato che le canzoni ad un certo punto arrivassero da sole, un po’ come i sogni. Se ho un’ispirazione particolare, o un’epifania data da un’immagine o da altro, me l’appunto. Stessa cosa se mi viene in mente un motivo musicale, lo canticchio e lo registro. Poi c’è un momento in cui qualcosa mi ispira particolarmente, fasi della vita promettenti ad esempio, e inizio a scrivere.
Che storie racconta il disco “Per colpa di emozioni clandestine”?
Il disco tendenzialmente parla di tre fasi: innamoramento, infatuazione e inseguimento. Ci sono dei pezzi che raccontano il compimento della storia d’amore, ma tutto il disco è stato scritto in un periodo in cui ero alle prese con un inseguimento clamoroso. Questa donna è stata la mia musa e il tutto è andato a buon fine. Il disco per certi versi è molto intimista, però ci sono pezzi divertenti come “La nuova età del Jazz” che racconta la movida di San Salvario.
Stai lavorando ad un nuovo progetto?
Sto chiudendo la prima fase di lavoro del nuovo disco, che potrebbe uscire in tarda primavera. Il materiale che ho al momento sono alcuni testi da limare e da accompagnare alle melodie che la chitarra mi suggerisce. Questo disco sarà più maturo rispetto al primo, ma conterrà dei brani che sono stati scritti anche prima del primo disco.
Durante la gestazione di un disco quale fase preferisci?
Quando l’ebrezza mi ispira nella scrittura delle canzoni e quando il lavoro è pronto. Nel mezzo c’è tutto un marasma che consiste in un lavoro tecnico.
La tua Torino musicale e non.
Secondo me la scena torinese è abbastanza viva, ma questa affermazione è una banalità. Quello che secondo me questa realtà dovrebbe fare per essere ancora più viva è provare a far emergere artisti nuovi. Vedo spesso in giro una realtà un po’ bloccata, la ricerca di novità si ferma a un certo punto. Ci vorrebbe più coraggio o meglio in parte c’è ma è raro.
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