In previsione dell’incontro con l’assessore comunale Maria Lapietra, che si terrà domani, giovedì 21 marzo, il Nursing Up, sindacato degli Infermieri Italiani e delle professioni sanitarie, ribadisce la propria posizione di netta contrarietà al provvedimento di estensione della sosta a pagamento nella zona ospedali così come il Comune vorrebbe imporre.
“Deve prevalere il buon senso, questo provvedimento ingiusto, iniquo, che penalizza cittadini residenti, pazienti e lavoratori, va sospeso. Non si può infatti procedere se prima non verranno accettate le proposte da parte delle organizzazioni sindacali dell’Azienda Sanitaria, fatte lo scorso autunno, per venire incontro al disagio dei pazienti, familiari e lavoratori. Parliamo di almeno 9.000 dipendenti che si recano giornalmente al lavoro, senza contare studenti, fornitori e addetti ai servizi, e di migliaia di accessi da parte dei pazienti e delle loro famiglie”.
Lo dichiarano il segretario provinciale del Nursing Up Roberto Aleo, e i dirigenti sindacali Nursing up della Città della Salute e della Scienza, Andrea Pici e Francesca Labate.
“Da più di un anno affrontiamo incontri e riunioni in cui non si riesce a dipanare la matassa del grave problema delle Strisce Blu in zona ospedali – attaccano Aleo, Pici e Labate -. Una follia che il Comune vuole imporre, in una zona critica per la viabilità visti i lavori per il prolungamento della Metro fino in Piazza Bengasi, e costantemente sovraffollata per l’accesso alle prestazioni sanitarie dei cittadini, per non parlare del giornaliero transito di migliaia di lavoratori. La soluzione del Comune qual è? Imporre una gabella, millantata come soluzione allo smog, ma il cui unico fine è solo rimpinguare le asfittiche casse comunali, contribuire al risanamento del debito che il Comune di Torino, debito che esiste anche nei confronti dell’Azienda Privata Compartecipata GTT.
Le strisce blu sono solo una tassa, un modo per mettere le mani nelle tasche di residenti, pazienti e lavoratori dell’AOU Città della Salute e della Scienza, oltre a tutti gli esercenti, commercianti, insegnanti, e lavoratori che afferiscono alle strade coinvolte della Circoscrizione 8. Un’intenzione che non può che lasciare sgomenti e amareggiati”.
“A ciò va aggiunta la qualità pessima del trasporto pubblico in zona – proseguono Aleo, Pici e Labate – con il taglio di chilometri percorsi, la "razionalizzazione" di linee bus che sono sparite o che passano più diradate e sovraffollate nelle ore di punta, con rincari sui biglietti o sugli abbonamenti che si sono susseguiti in questi ultimi anni. Tale provvedimento impoverirà senza altra soluzione lo stipendio già basso dei lavoratori, non solo dell’ospedale. Un fatto che non può essere accettato. L’Assessora Lapietra lo deve capire”.
“Il diritto al lavoro e alla salute sono principi costituzionali inviolabili – proseguono i dirigenti sindacali -, che pazienti e lavoratori devono poter far valere, perché i primi non hanno scelto di trovarsi in quella condizione di salute che li costringe a recarsi in un ospedale e i secondi, per svolgere la propria professione, non devono pagare il “pizzo” per lavorare. Per questo noi ci opporremo ad una soluzione che non contempli le proposte di tutela di cittadini, lavoratori e pazienti che già più volte abbiamo fatto.
Il Nursing up chiede con forza che anche l’Amministrazione Aziendale si faccia garante di tali istanze, e che concretamente nella figura della Mobility Manager Dott.ssa Valente, persegua tali scopi, più volte manifestati dalle parti sociali in più incontri di confronto, per evitare inevitabili ricadute sui servizi offerti dall’Ente ospedaliero.
Per risolvere i problemi di viabilità e di inquinamento non si parte dall’imporre una tassa. Negli incontri avvenuti in precedenza con l’Assessora Lapietra, sia in azienda che in Circoscrizione, si è cercato sempre di trovare un punto di mediazione e una soluzione al problema, e il Nursing Up insieme alle altre organizzazioni sindacali, pur tentando una mediazione, ha sempre ricevuto risposte interlocutorie. Adesso basta, l’assessore deve prendere atto dell’impossibilità di portare avanti tale decisione se non mettendo in pratica ragionevoli percorsi di tutela di cittadini, pazienti e lavoratori”.