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Eventi | 16 luglio 2019, 10:48

Salone dell'auto, Levy: "Auto è libertà, anche di andare in Lombardia. Ma invito gli imprenditori a investire a Torino"

Il commiato del patron del Parco Valentino è affidato ai social. Parole al miele per la città, ma nemmeno un riferimento alle polemiche o agli esponenti della giunta Appendino. "Location meravigliose e partner eccellenti: questa è Torino"

Salone dell'auto, Levy: "Auto è libertà, anche di andare in Lombardia. Ma invito gli imprenditori a investire a Torino"

Sono stati giorni di timori, poi il comunicato ufficiale seguito dal silenzio degli organizzatori, un silenzio riempito però dalla voce e dalle polemiche altrui, che hanno portato la giunta Appendino sul baratro di una crisi politica con tanto di "allontanamento" del vicesindaco Guido Montanari.

Ora è Andrea Levy, patron di Parco Valentino, a prendere la parola. E lo fa con un lungo post sui social. Saluta, si congeda, ma dice anche la sua a chi è in cerca si spiegazioni, di ricostruzioni e di dinamiche. Per chi è a caccia però di retroscena o di sassolini estratti dalle scarpe, però, la speranza è vana.

"Cari amici torinesi, appassionati di auto e non, Parco Valentino, il Salone dell’Auto all’aperto di Torino, è stato una delle mie più emozionanti esperienze", dice Levy. E aggiunge: "Con il mio team in 5 anni abbiamo accolto, creato, esplorato e raccontato tante storie legate all’automobile, mettendoci qualcosa oltre l’impegno e la professionalità: il nostro cuore".

"Parco Valentino è diventato un pezzo di tutti noi e di coloro che hanno collaborato alla sua crescita. Automobile per noi significa libertà. Libertà di movimento, ma anche libertà di scelta. La sfida del team di Parco Valentino e dei suoi amici e partner continua nel 2020 in Lombardia, per un motor show internazionale all’aperto che ci auguriamo possa incontrare il medesimo gradimento". Libertà di scegliere e di spostarsi, dunque. Anche se nemmeno un riferimento viene fatto a eventuali frizioni o difficoltà con la "cornice" cittadina.

Anzi, Levy rivendica con orgoglio quanto lasciato, all'ombra della Mole. "Lasciamo a Torino una eredità importante, da custodire e proteggere: l’opportunità. L’opportunità per tutti di investire con successo come abbiamo fatto noi in questa meravigliosa città. L’opportunità di portare idee innovative, saranno ben accolte e sviluppate in qualsiasi campo. Per questo Torino ha ricevuto dall’Unesco il titolo di città creativa: una visione futura della città che parte dal car design per svilupparsi nella tecnologia, nella cultura e nel turismo. Abbiamo creato qui un salone dell’Auto diffuso che ora sta ispirando i grandi motor show internazionali. E motivo di orgoglio per tutti noi".

E ancora: "Abbiamo coinvolto Torino a 360 gradi: il Parco del Valentino, ma anche le meravigliose piazze della Città, riscoperto Parco Dora e i Murazzi lungo il Po, creato allestimenti tematici nella stazione di Porta Susa e nell’aeroporto di Caselle, coinvolto gioielli architettonici quali il Castello del Valentino, la Reggia di Venaria, la Palazzina di Caccia di Stupinigi, Palazzo Madama, Palazzo Reale, il Castello di Moncalieri, la Basilica di Superga, la Mole Antonelliana. Abbiamo collaborato con il Museo dell’Automobile, con Lingotto Fiere con le scuole di design IED e IAAD, il Politecnico di Torino, con ACI Torino, ASI e gli enti principali della città. Tutte location meravigliose e partner eccellenti: questa è Torino".

E se il Parco Valentino va via con i suoi 700mila visitatori, Levy promette che non sarà l'ultimo episodio in città. "Con la mia Agenzia di eventi e comunicazione continuerò a collaborare con la città e con la Regione Piemonte per nuove iniziative sul territorio. Invito altri imprenditori ed agenzie a investire su Torino per i propri eventi, che sia per un giorno oppure per anni. Invito i torinesi ad amare e rispettare tutti gli eventi della città, grandi e piccoli, vecchi e nuovi: evviva il salone del libro anche se guardate solo la TV, evviva lo spettacolo innovativo dei droni anche se siete per la pesca, evviva il grande tennis che arriverà anche se per voi esiste solo il calcio. Evviva Torino. Grazie Torino".

Massimiliano Sciullo

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