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Viabilità e trasporti | 12 agosto 2019, 09:25

Nuovi tram, piste ciclabili, fermate sospese e la nuova Ztl: 10 domande a Maria Lapietra [INTERVISTA]

“Vorrei lasciare una nuova visione della mobilità del centro creando un'alternativa all'auto privata”: l’assessore ai Trasporti del Comune di Torino parla a 360° della rete di trasporto pubblico torinese

Nuovi tram, piste ciclabili, fermate sospese e la nuova Ztl: 10 domande a Maria Lapietra [INTERVISTA]

E’ una calda giornata d’agosto, la città è semi vuota e Maria Lapietra ci accoglie nel suo ufficio di prima mattina. “Lavorerò tutto il mese” confida l’assessore ai Trasporti del Comune di Torino. Il momento, d’altra parte, è cruciale. Il rinnovo del parco mezzi è in atto, l’introduzione della nuova Ztl alle porte. Le polemiche, come evidenzia il caso delle fermate sospese, non mancano. Tra auto, bici, tram e monopattini, abbiamo quindi voluto porre 10 domande all’assessore Lapietra, in modo tale da affrontare a 360° un tema tanto sentito quale quello della mobilità.

Assessore Lapietra, lei ha ereditato una situazione finanziaria tragica e si è ritrovata a fare i conti con risorse inferiori a quelle stimate. Dopo tre anni di lavoro tra la rivoluzione del parco mezzi in atto e la revisione della rete di trasporti imminente, la sensazione è che si stia entrando in un periodo cruciale per il suo assessorato. E’ soddisfatta di quanto fatto fin ora?

Sì, sicuramente adesso iniziamo a vedere i primi risultati. Soddisfatta sì, perché qualche anno fa quando siamo arrivati pensavamo che Gtt andasse al tracollo. Avevamo paura che dovesse arrivare un commissario e questo avrebbe comportato dei grossi guai per l’indotto di Gtt e per le società che riforniscono i pezzi di manutenzione. Avevano debiti molto molto alti, c’era tanta paura. Essere riusciti a risollevare Gtt, aver chiuso quest’anno il bilancio in positivo e aver ridato credito a Gtt in modo da poter acquistare nuovi mezzi è stata la vittoria più grande. Meno percepita dagli utenti, vero, ma più grande per noi: nei prossimi anni vedremo il servizio di Gtt ritornare a essere il fiore all’occhiello in Italia, com’era una volta.

La sindaca Appendino ha ricordato come si sia passati da un’ipotesi di fallimento di Gtt all’inaugurazione dei nuovi pullman Conecto degli scorsi giorni. Che impatto avranno i nuovi mezzi nella rete del trasporto pubblico torinese?

Abbiamo visto negli ultimi anni una difficoltà grande per gli utenti perché oltre ai tagli c’erano dei disservizi enormi. Mi riferisco agli autobus che rimanevano nei magazzini perché obsoleti e privi di manutenzione da anni, andavano anche a fuoco. C’era un problema di mezzi sulla rete che creava disservizi: un autobus che doveva passare ogni 10 minuti, saltando una corsa passava dopo 20. L’utenza ha percepito sulla sua pelle un problema enorme, ma con i nuovi mezzi questo problema verrà risolto. Sostituiremo i mezzi più obsoleti e più inquinanti come i diesel Euro 2. I cittadini avranno nuovi mezzi, a pianale ribassato, con l’aria condizionata, più puliti ed efficienti ma anche accessibili ai disabili, con due posti per carrozzine e con i messaggi uditivi e visivi. Un nuovo sistema del trasporto pubblico.

Un altro step importante riguarda la rete tranviaria. Quanti sono i nuovi mezzi in arrivo e quando li vedremo nelle strade? 

A settembre sapremo com’è andata la gara e quindi arriveranno i primi 30 tram. Ci vorranno due anni per realizzarli, perché a Torino abbiamo una rete particolare. Abbiamo dei tram fatti apposta per noi, perché per esempio devono passare sotto i portici. Sono una produzione ad hoc per Torino. Nel mese di agosto o nei primi giorni di settembre il Ministero ci dirà se arriveranno anche le risorse per gli ulteriori 40 tram. In tutto saranno 70 tram, che più o meno rappresentano la metà di quelli circolanti: questo cambierà la faccia della città, vedremo una città europea con nuovi tram bellissimi e molto più capienti, in grado di dare più posti a sedere.

In attesa dei nuovi tram, avete pensato a una decisa rivoluzione della rete tranviaria basata su tre pilastri: priorità semaforica, corsie riservate e ottimizzazione delle fermate. Ci spieghi meglio perché questi tre fattori miglioreranno l’esperienza dei passeggeri sui tram torinesi.

E’ una revisione dell’intera rete, che ricordo esser stata realizzata negli anni ’80. Un ottimo lavoro ma la città è cambiata e bisognava rivederla. In più le risorse sono diminuite. Quei famosi debiti di cui parlavamo prima che hanno messo in ginocchio Gtt, erano dovuti principalmente ai disallineamenti: il Ministero dava sempre meno soldi ma la rete non era resiliente, non si adattava alle risorse in meno. Abbiamo trovato una situazione non facile. Per non fare tagli abbiamo riorganizzato la rete. Il primo passo riguarda i tram: come fare a non tagliare e con risorse in meno garantire veicoli ai cittadini? Innanzitutto aumentando la velocità. Come? Con le corsie preferenziali riservate ai tram, arriveremo a 90% di corsie riservate ai tram della rete di Torino e con la priorità semaforica. Il 70% dei semafori che attraverseranno i tram saranno con la priorità, dedicata a loro. Questo darà ai cittadini una percezione diversa della rete tranviaria, quasi concorrenziale all’auto privata, perché se io salgo su un tram ho una velocità quasi da auto privata. Abbiamo poi lavorato sulle fermate: cittadini stessi e autisti stessi, da anni ci dicono che sono troppo vicine. Il tram fa in tempo a partire che si deve fermare nuovamente. Questo darà tram in più sulla rete, a parità di risorse sarà come avere quattro tram vuoti a girare per la città. I cittadini avranno 31.000.000 all’anno di posti in più: andando più veloci, aumentando la frequenza, daremo posti in più.

Cosa risponde a chi invece critica il taglio delle fermate?

La polemica c’è, è inevitabile quando si tocca la mobilità. Ricordo che 44 fermate su oltre 3500 presenti a Torino su tutta la rete è una percentuale davvero bassa. La percezione sarà minima.

Questione piste ciclabili: è innegabile che il suo assessorato abbia puntato fortemente sulla mobilità a due ruote. Dei progetti sin ora realizzati, di quale è più orgogliosa e quale tra quelli in fase di realizzazione inciderà maggiormente sugli spostamenti futuri dei ciclisti torinesi?

Sicuramente sono molto orgogliosa della pista ciclabile di via Nizza, non solo perché è bella ma perché è stato un lavoro importante fatto con i commercianti e i cittadini di quella zona. All’inizio non si percepiva la reale bellezza e utilità di quel lavoro. Abbiamo voluto dare spazio agli utenti di quella strada: i pedoni, con percorsi pedonali più ampi e più accessibili, dotati di scivoli per persone con disabilità motorie, e percorsi per persone con disabilità visive. Mobilità sostenibile e auto hanno il loro spazio. Pensi che proprio l’altro giorno i commercianti sono venuti da me ringraziandomi. Si sono accorti che dare spazio davanti alle loro vetrine, ha portato i clienti a notare le vetrine stesse. E’ un progetto che all’inizio non è stato capito, ora viene apprezzato. Per quanto riguarda i progetti che nel futuro incideranno maggiormente sugli spostamenti dei cittadini, voglio parlare delle nuove piste ciclabili fatte a costo “quasi zero” e realizzate con la sosta: staccando la sosta dal marciapiede, abbiamo realizzato un percorso per la micromoblità. Questo avrà un grosso impatto, con questo metodo potremo fare moltissimi chilometri di piste ciclabili in pochissimo tempo. Abbiamo visto corso Vercelli, corso Matteotti, via Nizza, via Cialdini, via Cavalli, corso Lecce. In pochissimi giorni abbiamo realizzato chilometri in più, io spero che negli anni futuro cambi la faccia della città.

Avete recentemente approvato la delibera che autorizza la sperimentazione della "micromobilità elettrica": tra auto, pullman, tram, metropolitana e biciclette, dove si collocano i monopattini nel suo concetto di mobilità? 

Io sono molto curiosa dell’avvento dei monopattini, anche se sono un po’ spaventata devo dire la verità: sono un mezzo nuovo da inserire nel codice della strada. Il Ministero ci ha chiesto di sperimentare insieme a lui per dare delle risposte, proprio per capire come inserirli nel codice della strada. Ci sono dodici operatori che stanno per arrivare da noi per la gestione dello sharing dei monopattini, ci sarà una novità importante e vedremo come verrà percepita dai cittadini di Torino. Ne vedo già alcuni sfrecciare per le nostre strade. E’ una via di mezzo, se non voglio sudare o faticare ma non voglio usare l’auto privata uso il monopattino elettrico: penso che per la mobilità sistematica, per i lavoratori, sia un mezzo alternativo e importante. Vedremo nei prossimi mesi cosa succederà.

Impossibile non chiederle della Ztl: verranno rispettate le tempistiche fissate? Si parte il 1° gennaio 2020?

Il lavoro che stiamo facendo è molto importante, io sono qui ad agosto anche per questo. Stiamo lavorando sulla Ztl, ci stiamo impegnando molto. Se non sarà il 1° gennaio, saranno i primi mesi dell’anno futuro. E’ un obiettivo molto importante su cui stiamo lavorando a testa bassa.

- Conferma la realizzazione di Torino Centro Aperto in Project Financing? E se sì, avete individuato la società che potrà gestire tutto il sistema.

C’è stato consegnato un progetto da parte di un privato, che si è proposto. Noi lo stiamo valutando, stiamo chiudendo lo studio di fattibilità. Una volta decisa la fattibilità, se piacerà all’amministrazione verrà approvata una delibera di interesse pubblico. A questo punto verrà realizzato un bando a cui parteciperà sia il privato che ha depositato il progetto che altri privati, poi vincerà il progetto migliore.

Tra circa due anni terminerà il suo percorso da assessore ai Trasporti del Comune di Torino. Cosa spera di lasciare a questa città?

Innanzitutto un messaggio: ci vuole coraggio per fare questo lavoro. Quando si tocca la mobilità si incide sulla vita quotidiana di tutti, avete visto bene dalle ultime scelte che si diventa subito impopolari. Però si devono fare scelte coraggiose, questo è il momento per farle: la mobilità sta cambiando, non si parla più di mobilità privata ma di mobilità. Anche i grandi gestori di automotive, finalmente, si stanno spostando seguendo questo trend. Speriamo di dare un nuovo impulso a questa mobilità alternativa all’auto privata, soprattutto con la metro 2. Vorrei lasciare un progetto di metro 2 ben avviato, un’azienda del trasporto pubblico finalmente rinnovata e una nuova visione della mobilità del centro con una mobilità alternativa all’auto privata.

Andrea Parisotto

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