Più alberi in città, per una Torino sempre più “Green”. E’ quanto emerge dagli Stati Generali del Verde Pubblico, importante momento di confronto sugli interventi da attuare nel capoluogo piemontese.
Quesa mattina l’assessore all’Ambiente Alberto Unia ha incontrato Massimiliano Atelli, presidente del Comitato per lo Sviluppo del Verde Pubblico del Ministero per l’Ambiente, in un momento utile per pianificare la realizzazione di nuove infrastrutture Verdi in città.
L’idea, di fatto, è quella di agire su due fronti: da una parte con un rimboschimento massiccio, da effettuare nei corridori ecologici e negli spazi dove il verde è già presente, ma verrà implementato con piantumazioni importanti. Un esempio concreto? I 20.000 alberi piantati tra parco Stura, Colonnetti e Sangone, che permetteranno di ridurre l’emissioni nell’aria di CO2 di circa 300.000 kg l’anno.
L’altro binario, parallelo al primo ma molto differente, è invece quello di microinterventi da fare in tutta la città, ma soprattutto in quelle aree considerate critiche sia dal punto di vista ambientale che sociale. Zone e punti in cui portare un albero, una piccola area verde o una panchina diventa non solo uno stimolo a pensare a una città diversa, ma anche un’iniezione mirata di riqualificazione.
Si tratta senza dubbio di una rivoluzione, soprattutto dal punto di vista culturale. “L’ambiente non è una cosa a sé, è una rivoluzione culturale e un cambio di approccio nella gestione del verde. Metto una pianta in quel posto perché…” spiega l’assessore all’Ambiente, Alberto Unia. Di fatto, una volta sostituita la raccolta di rifiuti in strada con la raccolta porta a porta, l’idea principale è quella di andare a sostituire i cassonetti dell’immondizia con alberi o aree verdi.
La natura che si riappropria degli spazi, soprattutto nelle aree maggiormente cementificate, già individuate dal Comune di Torino: Barriera di Milano, Cenisia, Barca e Bertolla, Santa Rita, San Salvario Nord. “Mettere a disposizione di un’area che non ce l’ha una panchina, un albero o una zona verde è un’esca. Ti ci abitui e vuoi di più”, è l’analisi di Atelli, che ha definito Torino come una città “che ha capito, si è messa nell’ordine dell’idee che lo sviluppo ambientale va gestito con una strategia”.
Ed è proprio questo il modus operandi pensato e messo in campo dall’assessorato all’Ambiente: seguire un preciso piano nella gestione del verde e rivoluzionare la cultura dei torinesi, per una Torino sempre più green.