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Attualità | 01 ottobre 2016, 15:15

Tenuta La Mandria in vendita, Chivasso vuole 1,5 milioni di euro

Il Comune è proprietario di un quarto dell’edificio, la parte maggiormente in stato di degrado, e nel corso dell'ultimo Consiglio comunale ne aveva decisa l'alienazione, alla quasi unanimità

Tenuta La Mandria in vendita, Chivasso vuole 1,5 milioni di euro

Il Comune di Chivasso vuole un milione e mezzo di eruo per la vendita della parte di sua proprietà della “Tenuta La Mandria”, situata nell'omonima frazione, a circa 5 chilometri dal centro comunale, edificata per volontà del re Carlo Emanuele III di Savoia tra il 1760 e il 1770 e progettata dal “misuratore generale” Giuseppe Giacinto Bays. Era stata realizzata quale azienda economica di proprietà regia, dipendente dalla Venaria Reale di Torino ed espressamente finalizzata ad incrementare e razionalizzare l'allevamento dei cavalli e in particolare delle puledre (la cosiddetta razza), destinate alla riproduzione per coprire i fabbisogni della corte e di parte dell'esercito. Gli edifici furono realizzati rigorosamente in mattoni a vista e carpenteria, in modo circolare con una grande piazza interna, al centro della quale fu sistemato un grande abbeveratoio, smantellato in tempi recenti poi rifatto (in modo simbolico, attraverso i lavori di ristrutturazioni di alcuni anni fa.

Il Comune è proprietario di un quarto dell’edificio, la parte maggiormente in stato di degrado, e nel corso dell'ultimo Consiglio comunale ne aveva decisa l'alienazione, alla quasi unanimità (soltanto il consigliere del Movimento 5 Stelle si astenne). Nel 2000, la Mandria di Chivasso fu inserita nel prestigiosissimo Circuito regionale delle Residenze Sabaude. Contenziosi burocratici, finanziari e giudiziari furono superati e il Comune, che a quei tempi era guidato dal sindaco di Forza Italia Andrea Fluttero, acquistò la parte dello storico edificio realizzato in mattoni a vista, che stava andando a pezzi. Fu acquistato per la cifra di 210 mila euro e, il sindaco, si attivò per racimolare i soldi per la sua ristrutturazione. Per i tetti, completamente da rifare, furono spesi 1 milione e 100 mila euro, mentre il rifacimento della piazza antistante, costato alle casse comunali 110 mila euro, fu realizzato grazie anche a un contributo regionale di 360 mila euro.

Il prezzo che oggi chiede il Comune ammonta dunque, all'incirca, a quanto aveva speso, in quegli anni, per l'acquisto e la ristrutturazione.

Con la Restaurazione la Mandria di Chivasso, seguendo la sorte del complesso di Venaria Reale, decadde lentamente. Nel 1834 entrambe le tenute persero il patronato regio e passarono alle dipendenze della Regia Intendenza di Finanza. Dopo un ventennio la tenuta chivassese fu messa all'asta e nel 1855 essa fu acquistata da un nobile, il conte Apollinare Rocca Saporiti

Nella primavera del 1859, l’esercito sabaudo la utilizzò per fermare un’eventuale avanzata dell’esercito austriaco mentre, poco prima dell'inizio della I Guerra Mondiale, i terreni furono utilizzati per realizzare un campo d'aviazione. Alla fine della guerra, gli hangar dell'aeroporto furono trasformati in ricoveri per ospitare i soldati polacchi dell'esercito austro-ungarico, in seguito ai patti internazionali post-bellici di Parigi divenne un campo di addestramento del nuovo esercito polacco formatosi con l'arruolamento dei prigionieri degli austro-ungarici. Ospitò almeno 200 mila militari polacchi furono inviati in Francia, da dove raggiunsero la Polonia che aveva da poco riacquistato l’indipendenza. Il piccolo cimitero della Mandria accolse I primi venti militari deceduti per un'epidemia dopo l’arrivo in Piemonte furono tumulati nel piccolo cimitero della Mandria, e in loro memoria fu posta all’interno del cimitero una lapide commemorativa. Alcune centinaia di polacchi furono invece sepolti nei cimiteri di Chivasso, Ivrea e Torino. Sotto il porticato del palazzo comunale chivassese una lapide ricorda il sacrificio dei soldati polacchi sepolti lontani dalla loro Patria.

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