“To Bustle” in inglese significa “muoversi, spostarsi con energia” e sono proprio questi gli ingredienti della nuova piattaforma Buustle (con due u), nata dall’idea di due giovani imprenditori della provincia di Torino, Stefano Bagini e Andrea Di Piazza, classe 1988, per rivoluzionare il mondo del trasporto su bus.
L’idea è tanto semplice quanto ambiziosa: riempire i posti rimasti liberi sui pullman, mettendoli a disposizione di tutti sulla loro piattaforma web.
A metà tra un car sharing ed un’agenzia di viaggio, la neonata azienda italiana permetterà a privati, tour operator e agenzie di trasporti di vendere i posti rimasti vuoti sui loro bus già affittati da privati e permettere a quanti usufruiranno del servizio, di vivere un’esperienza di viaggio condivisa. Un “bla bla car” allargato insomma.
“L’idea,” spiega Stefano, “è nata in ambiente universitario, visto che ho scritto la mia tesi proprio su questo modello di business.
“La mia famiglia ha un’agenzia di noleggiatori di bus e viaggi e, per questo motivo, mi ero accorto che dei viaggi organizzati non partivano perché non raggiungevano il numero minimo di persone richiesto – in caso contrario avremmo perso guadagni – oppure partivano ma con posti vuoti e quindi il ricavo era minimo oltre che il servizio più costoso per i clienti.”
Operatori come Flixbus e GoGoBus – molto in voga grazie ai loro prezzi vantaggiosi – coprono città medio-grandi, lasciando di solito scoperte tutte quelle tratte minori che, economicamente parlando, non sono così convenienti da raggiungere. “Buustle, invece,” spiega il fondatore della start-up Bagini, “mira a coprire tutte quelle aree che di solito non sono servite, sfruttando passaggi in bus per gite, viaggi per eventi, semplici spostamenti di gruppo, che hanno dei posti vuoti.”
Buustle (www.buustle.com) sembra racchiudere in sé una formula vincente che vede come suoi fattori: abbattimento costi, rispetto dell’ambiente, possibilità di socializzare e la copertura di una rete viaria estremamente capillare.
Secondo la start-up piemontese, in Italia le aziende turistiche di noleggio bus sono circa 3,600 e i bus turistici in circolazione circa 28mila. Considerando che molti bus partono, secondo Bagini, con quasi il 20% dei posti vuoti (l’equivalente di due macchine, contando anche il guidatore), è facile intuire quanto sia ampio il mercato cui rivolgersi.
La piattaforma, operativa da fine novembre (anche se il lancio avverrà il 13 ottobre), sarà inizialmente funzionante solo per il nord Italia – dove Buustle ha già ricevuto l’okay a partecipare alla piattaforma da parte di una centinaio di compagnie di autobus – con l’obiettivo di estendersi, dopo il primo anno, in tutta Italia.
E non è finita qua, perché i due start-upper mirano anche a offrire un servizio a metà tra bus sharing e comparazione costi, per cui privati che vogliono affittare un pullman verranno indirizzati da Buustle verso uno dei loro partner, offrendo loro l’alternativa più economica. E se ci sono posti liberi? “Li mettiamo in vendita, in qualità di agenzia di viaggio e se riusciamo a venderli facciamo al cliente uno sconto del 50% sui posti venduti,” spiega il fondatore della piattaforma.