“Non distruggete il CSI Piemonte”. E’ questo l’appello della Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uil-Uiltucs che ieri hanno effettuato un volantinaggio davanti al Comune. Giovedì scorso si è svolta una riunione presso la Regione Piemonte sul futuro della partecipata che gestisce i sistemi informatici della pubblica amministrazione piemontese
“La procedura di dialogo competitivo finalizzata alla cessione del ramo d’azienda”, proseguono, “del CSI Piemonte è in corso e la sopravvivenza del progetto originale del Consorzio per il Sistema Informativo è a rischio”.
“Con l’obiettivo di trasferire ai privati l’intera parte produttiva del CSI”, evidenziano, “la collettività piemontese pagherà di più i servizi informatici di cui usufruisce e si assisterà ad una perdita di posto di lavoro e di competenze professionali”.
La Città di Torino ha ridotto le commesse verso il Consorzio. “Così facendo”, sottolineano Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uil-Uiltucs , “mette a rischio la fornitura di servizi essenziali per la città di Torino, oltre che i posti di lavoro”.
“Chiediamo alla sindaca Appendino”, proseguono, “di operare una scelta diversa affidando servizi e sviluppi al CSI al fine di assicurare l’integrazione dei sistemi informativi degli enti e di mantenere a Torino e in Piemonte professionalità e lavoro, ribadendo in tal modo anche l’impegno espresso in campagna elettorale, quando si era schierata contro la privatizzazione del CSI e per il suo rilancio”.
“I servizi informatici forniti da soggetti privati costeranno di più: il CSI opera con l’obbligo di pareggio di bilancio e in regime di esenzione IVA. In caso di privatizzazione verranno realizzati profitti sui servizi utilizzati dalla popolazione piemontese. Il CSI è una risorsa per Torino: rilanciatelo e non vendetelo”.
Ieri l'amministrazione Appendino in Consiglio comunale ha approvato la delibera riguardante la modifica della Convenzione con il Csi Piemonte per l’appalto dei sistemi informativi della Città, limitando la durata al 31 dicembre 2016.