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Cultura e spettacoli | 02 dicembre 2016, 23:59

Piantare il seme dell'integrazione sociale: il progetto dell'associazione torinese Orti Alti

“L’idea,” spiega una delle promotrici, “è quella di creare un orto alto sul tetto della scuola materna comunale Bay di San Salvario, per dar vita ad un progetto di inclusione sociale."

Piantare il seme dell'integrazione sociale: il progetto dell'associazione torinese Orti Alti

 

Piantare un seme per seminare integrazione sociale e lavorativa tra migranti e italiani. Curare un orto per far maturare quella inclusione seminata. Questo l’obiettivo delle due giovani architette, Elena ed Emanuela, che sono dietro l’associazione torinese “Orti Alti”, nel loro progetto – ancora in fase embrionale – “Semi”.

“L’idea,” spiega Elena, “è quella di creare un orto alto sul tetto della scuola materna comunale Bay di San Salvario, per dar vita ad un progetto di inclusione sociale. San Salvario è nota per essere una delle zone più multietniche di Torino, che hanno vissuto nel corso degli anni numerose politiche d’integrazione. La scuola Bay è un chiaro esempio di questa multi etnicità e del successo che le politiche di integrazione hanno avuto.”

Negli anni novanta, infatti, il piccolo asilo aveva chiesto al comune dei finanziamenti per avviare dei progetti speciali che attutissero i conflitti che potevano nascere dall’integrazione nella scuola dei figli degli immigrati che abitavano la zona. Le iniziative avevano funzionato dando vita a classi miste di bambini italiani e stranieri (questi ultimi presenti in maggioranza).

Orti Alti vuole dare una nuova marcia a questa realtà inclusiva, chiamando i genitori dei bambini della scuola materna a coltivare l’orto, cosicché vi sia un incontro di culture che possa vincere qualsiasi pregiudizio.

Il progetto, come anticipato, è ancora in una fase embrionale e al momento sta cercando fondi per la sua realizzazione.

Orti Alti non è tuttavia nuova ad iniziative di questo tipo: nel 2015, l’associazione aveva dato vita al suo progetto pilota “OrtoAlto Le Fonderie Ozanam”, un orto sul tetto del ristorante della cooperativa Le Fonderie Ozanam , finalizzato a produrre vegetali freschi da impiegare nella preparazione dei cibi e creare un nuovo spazio di socialità per tutto il quartiere.               

L’orto, che si estende su una superficie di 150 metri quadrati e che da poco ha accolto anche un alveare per la produzione di miele destinato alla vendita, viene coltivato da soggetti svantaggiati e migranti che abitano l’ostello in cui si trova l’associazione delle Fonderie.

Tra qualche settimana, sarà dato avvio a dei corsi di orticoltura e apicoltura sull’orto alto rivolta ad i migranti dell’ostello, coinvolgendoli in un programma di sviluppo delle loro competenze e favorendone l’inserimento lavorativo tramite l’attivazione di tre borse lavoro.

“L’orto alto,” spiega Elena, “diviene così generatore di occasione e progettualità. L’idea è quella poi di aprirlo a tutto il quartiere così che migranti e abitanti del quartiere si conoscano, dando vita a forme di integrazione.”

 

Giulia Maccagli

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