“La complessità dell'accoglienza” è stato il tema del nuovo incontro, giovedì 19, organizzato nell'ambito dell'Università della Legalità di Chivasso, al quale ha partecipato il prefetto di Torino, Renato Saccone. Come di consueto si è iniziato con la lettura da parte di Francesco Micca, del Faber Teater, di una storia di una vittima di mafia. Il brano era dedicato a Hiso Telaray, il ragazzo albanese di 22 anni ucciso a calci e pugni nel 1999 nelle campagne di Cerignola, in Puglia, per essersi ribellato al caporalato gestito dalla mafia per la raccolta dei pomodori. A condurre la serata Matteo Cerutti Sola di Libera Chivasso. Ha poi preso la parola il sindaco Libero Ciuffreda, parlando delle difficoltà in cui si muove il Comune in tema di accoglienza, e nonostante queste le iniziative e i progetti vanno avanti e si collocano tra le eccellenze in materia sull'intero territorio piemontese. Il prefetto Renato Saccone ha ricordato come nel 2016 ci siano 170 mila sbarchi in Italia e il Piemonte si si fatto carico di 14 mila persone. Un fenomeno che è da governare, ha sottolineato nel suo articolato intervento, e che la prefettura oggi ricolloca in un ragionamento diffuso. Non più, dunque, concentramenti con oltre 20 persone e, soprattutto, una più accurata valutazione del contesto in cui si va a collocare l'accoglienza. Il prefetto ha annunciato che nei giorni scorsi sono stati firmati protocolli d'intesa in alcune aree omogenee della provincia. In particolare con una cinquantina di Comuni dell'area canavesana e altri della Val di Susa. Un'accoglienza, ha ricordato il prefetto, che dà lavoro a cittadini italiani, dalle cooperative agli educatori che vi lavorano. Folto il pubblico presente nella sala della biblioteca MoviMente, tra cui molti amministratori dei Comuni limitrofi, che hanno preso la parola. Particolarmente incisivo l'intervento del sindaco di Cavagnolo, Mario Corsato, che ha parlato del forte disagio che vive il suo Comune, per la presenza di circa 50 profughi su appena 1800 abitanti. Un'accoglienza gestita da cooperative private che a suo tempo avevano dato la disponibilità alla prefettura, ottenendo la concessione. Cosa oggi meno agevole stando ai nuovi indirizzi annunciati dal prefetto. Il sindaco di Castagneto Po, Giorgio Bertotto, ha ricordato invece gli otto cittadini provenienti dal Bangladesh ospiti nella casa parrocchiale del Comune collinare. L'assessore regionale all'Istruzione, Gianna Pentenero, ha poi parlato dei percorsi formativi per gli immigrati e della collaborazione con il Centro per l'istruzione adulti (Cpia), gli ex corsi delle 150 ore. A inizio serata era intervenuta anche l'operatrice responsabile del progetto chivassese che vede ospiti dodici richiedenti asilo nella villa di corso Galileo Ferraris confiscata all'usura, parlando del cosiddetto “volontariato di restituzione”, del progetto cioè che vede gli immigrati impegnati in lavori socialmente utili, che partirà entro breve tempo. Tra il pubblico anche molti tra gli immigrati accolti a Chivasso; un giovane ivoriano, prendendo la parola, ha ricordato la sua odissea per giungere fino nel nostro Paese. Partito cinque anni fa dalla Costa d'Avorio, ha trascorso due anni in Algeria e tre in Libia, passando da un carcere all'altro, per arrivare, nel mese di agosto, in Italia.
L'accoglienza diffusa invocata dal prefetto Saccone è stata il tema di un incontro che si è tenuto alcuni giorni fa presso il consorzio dei Comuni Ciss, con la partecipazione dell'assessore regionale all'Immigrazione, Monica Cerutti. L'idea è proprio quella di creare progetti Sprar di consorzio, in modo da coinvolgere nell'accoglienza, in modo sostenibile, anche i piccoli Comuni.