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Cultura e spettacoli | 18 settembre 2017, 16:10

L’Università di Torino acquisisce la collezione Albera: 4200 documenti sulla storia accademica

Il collezionista torinese ha donato la sua collezione, costruita in quarant’anni di lavoro. Ora sarà oggetto di studio e nella prossima primavera l’Università organizzerà una mostra

L’Università di Torino acquisisce la collezione Albera: 4200 documenti sulla storia accademica

Nel 1711, il Duca Vittorio Amedeo II diede all’archiatra di corte, Carlo Ricca, l’incarico di andare all’Università di Oxford per raccogliere informazioni sul suo funzionamento, al fine, poi, di riformare l’università torinese di conseguenza. La riforma adottata da Vittorio Amedeo II fu poi ripresa da Napoleone Bonaparte nel 1805, quando riformò l’università francese seguendo un sistema tuttora in vigore.

Oggi conosciamo il dettaglio dell’incarico grazie a una lettera recuperata dal collezionista torinese Marco Albera, che nell’arco di quarant’anni ha ritrovato questo documento, insieme a tantissimi altri materiali, e oggi, 18 settembre, ha donato la sua collezione all’Università di Torino. 

“Questa acquisizione – ha spiegato Gianmaria Ajani, Rettore dell’Ateneo torinese – riguarda la storia dell’università dal ‘500 a oggi. Lo facciamo anche perché questa università lavora con la città dal 1722. Qui sono nati il Fondo Egizio, che ha dato vita all’attuale Museo, il Fondo Antichità, dal quale è nato il Museo di Antichità, e il Fondo Scienze, che poi è diventato il Museo di Scienze Naturali. Ma è nata anche la scuola di ingegneria, che nel 1905 si è separata, diventando poi il Politecnico”.

L’obiettivo è utilizzare i materiali ai fini di studio, ma l’Università è al lavoro anche per organizzare una mostra, con diversi cimeli raccolti da Marco Albera, che sarà inaugurata nella prossima primavera. Questi materiali, in realtà, hanno già dato vita a due mostre nel 2008 e nel 2009, ma non all’Università.

“Tutti i collezionisti – ha commentato Marco Albera – sono innamorati delle proprie collezioni. Dagli anni ’80 in poi sono state messe a punto le storie delle varie università, ma restava sfuggente la vita degli studenti, che ho voluto colmare con questo lavoro”. L’acquisizione è rilevante anche perché, a causa dei bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, una parte consistente dell’archivio accademico è andata perduta, e in questo momento l’Università di Torino non avrebbe avuto le risorse necessarie per corrispondere il valore di mercato della collezione, come ha spiegato il Rettore.

Il Fondo Albera porterà all’archivio dell’Università di Torino qualcosa come 4200 tra manoscritti, stampe, manifesti e cimeli (come ad esempio un buon numero di cappelli utilizzati dai goliardi). Ma tra i documenti ci sono anche 1300 tesi di laurea con rilegature di pregio e, in molti casi, dediche famigliari, che restituiscono un’immagine della vita degli studenti durante gli anni universitari.

La collezione, infatti, fornisce informazioni importanti sulla vita studentesca e soprattutto sull’associazionismo, che pur non essendo registrato negli archivi rappresenta una componente importante della vita culturale che ruota attorno agli Atenei.

Paolo Morelli

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